Liberarsi è un verbo topico nelle nostre vite. Ci liberiamo di carte imbarazzanti prima che ci arrivi per casa la polizia e il procuratore con l'imputazione di traffico d'armi e/o commercio illegale di zanne di elefante e/o rinoceronte. Ci liberiamo dei molti fastidi connessi al nostro vivere quotidiano: dai rumori molesti dei vicini di casa (cambiando casa, perché se aspetti che lo faccia la forza pubblica, campa cavallo) alla moglie-Santippe che, prima, era un amore di donna e vedi un po' com'è evoluta, poverina; avvocato mi prepari le carte del divorzio.E quest'anno ci piacerebbe tanto liberarci di questo virus strano e famelico di vite umane che così tanto sconquasso ha seminato nelle nostre vite e durerà chissà quanto, ahinoi, e ci batteremo il petto per anni, accusando pubblicamente la Cina e i suoi maledetti laboratori e gli sventati ricercatori dagli occhi a mandorla che l'hanno lasciato scappare fuor di provetta (dicono), ma anche il particolato delle nostre città – che forma i 'cluster' malefici dell'inquinamento urbano includendovi l'aerosol dei virus maledetti. Leggetevi l'articolo qui sotto.E oggi ricorre la Liberazione dal nazifascismo, ah beh, si beh. Un Grande Evento nazionale che ha segnato la storia degli ultimi 75 anni di ininterrotto 'dopoguerra', costringendoci afflitti nel ricordo delle malefatte dell'una e dell'altra parte in conflitto - e stringendoci a coorte dentro questa o quella fazione politica opposta; l'una che si inchina ed omaggia i suoi lontani combattenti e batte ognora la grancassa di una 'partigianeria' dura a morire (oh, partigiano, portami via) e l'altra, a cui appartengo, che auspica l'apparizione di un fumo di umana leggerezza all'orizzonte e la finale consegna di quei morti e di quei misfatti al periodo storico di appartenenza, - e nessuna opportunistica tracimazione nel presente di una lotta politica già sovraccarica di suo.Beh, buona festa di Liberazione, compaesani, in primis dalla pesantissima zavorra dei domiciliari scontati per mesi due - e il virus ancora arzillo e presente in tutti i tiggi e le prime pagine dei giornali - e, in secundis, da ogni e qualsivoglia male che ci affligge e che nominiamo diversamente secondo le storie e i diversi percorsi mentali di ognuno.
C'è Liberazione e liberazione
Liberarsi è un verbo topico nelle nostre vite. Ci liberiamo di carte imbarazzanti prima che ci arrivi per casa la polizia e il procuratore con l'imputazione di traffico d'armi e/o commercio illegale di zanne di elefante e/o rinoceronte. Ci liberiamo dei molti fastidi connessi al nostro vivere quotidiano: dai rumori molesti dei vicini di casa (cambiando casa, perché se aspetti che lo faccia la forza pubblica, campa cavallo) alla moglie-Santippe che, prima, era un amore di donna e vedi un po' com'è evoluta, poverina; avvocato mi prepari le carte del divorzio.E quest'anno ci piacerebbe tanto liberarci di questo virus strano e famelico di vite umane che così tanto sconquasso ha seminato nelle nostre vite e durerà chissà quanto, ahinoi, e ci batteremo il petto per anni, accusando pubblicamente la Cina e i suoi maledetti laboratori e gli sventati ricercatori dagli occhi a mandorla che l'hanno lasciato scappare fuor di provetta (dicono), ma anche il particolato delle nostre città – che forma i 'cluster' malefici dell'inquinamento urbano includendovi l'aerosol dei virus maledetti. Leggetevi l'articolo qui sotto.E oggi ricorre la Liberazione dal nazifascismo, ah beh, si beh. Un Grande Evento nazionale che ha segnato la storia degli ultimi 75 anni di ininterrotto 'dopoguerra', costringendoci afflitti nel ricordo delle malefatte dell'una e dell'altra parte in conflitto - e stringendoci a coorte dentro questa o quella fazione politica opposta; l'una che si inchina ed omaggia i suoi lontani combattenti e batte ognora la grancassa di una 'partigianeria' dura a morire (oh, partigiano, portami via) e l'altra, a cui appartengo, che auspica l'apparizione di un fumo di umana leggerezza all'orizzonte e la finale consegna di quei morti e di quei misfatti al periodo storico di appartenenza, - e nessuna opportunistica tracimazione nel presente di una lotta politica già sovraccarica di suo.Beh, buona festa di Liberazione, compaesani, in primis dalla pesantissima zavorra dei domiciliari scontati per mesi due - e il virus ancora arzillo e presente in tutti i tiggi e le prime pagine dei giornali - e, in secundis, da ogni e qualsivoglia male che ci affligge e che nominiamo diversamente secondo le storie e i diversi percorsi mentali di ognuno.