Nebbie e dintorni

Primi di maggio poco retorici


Hortus conclusus - 1 maggio 2015 · E sarà perché prediligo i luoghi del silenzio di natura (ma foltissima era la presenza di cicaleccianti allievi con maestre/professori in testa) che questo hortus conclusus incastonato dentro la bella città di Padova mi incanta, malgrado le gocce di pioggia che disputano lo spazio del cielo al sole nascosto.E tutti quei nomi di classificazione botanica complicatissima e tutti in latino ti fanno sentire piacevolmente ignorante, ma voglioso di redimerti e impugnare i tomi e sfogliare i volumi - e hai la sorpresa di leggere, sopra un cespuglio che noi diremmo di volgare 'erba', che si tratta invece di 'Carex Ovalis Gooden' un cespuglio di Cyperacea euro-asiatica che ha piantato radici casuali in un vaso del mio giardino pensile e l'ho lasciata crescere e vegetare, perché no: la vita vegetale tutta mi incuriosisce e commuove tanto quanto quella animale e, a volte, di più, considerato il silenzio commovente con cui esprime il suo essere e vivere e tollera ogni umano sopruso e noncuranza.E commuove del pari il ritrovare nelle palette didattiche piantate sul terreno le citazioni di distici di poesie delicate mandate a memoria come 'l'asfodelo' e i fiori color 'pervinca' – di cui ci piaceva la sonorità, ma non l'avevamo mai visto in natura e distinto dai suoi simili e al massimo arrivavamo al banale 'lilla' delle avvilenti semplificazioni coloristiche del nostro quotidiano - e chissà che splendore sarà 'l'amaranto', con quella sua sonorità spagnola e profumo mediorientale (anche i colori hanno un profumo).E ci aggiriamo in questo hortus conclusus che è parte dell'immaginario splendido dei grandi giardini dell'Europa delle regge e dei palazzi nobiliari (Versailles, il Belvedere di Vienna) e ne è il vocabolario e la riserva vivaistica e la serra di conservazione a cui attingere in caso di calamità e siccità - ed è un tripudio di forme e colori e simmetrie ed esalazioni di tiepidi profumi ed essenze e impari ad ogni passo che la biodiversità esiste, è splendida e generosissima e tuttavia fragile e dipendente dalla maledetta spinta antropica che si mangia chilometri e chilometri di giungla primaria ogni settimana e distrugge essenze e alberi e piante dai poteri farmaceutici straordinari prima ancora di averne contezza e conoscerne le proprietà e i benefici.Dovremmo farne un 'expo' del regno vegetale e darci, l'umanità tutta, gli stessi propositi che ci diamo per il cibo – che vogliamo ci sia per tutti e non venga sprecato e se ne valorizzino le diversità ambientali e culturali. Natura é Madre e, se è talvolta matrigna, lo è, spesso, perché ce la siamo cercata'.