Nebbie e dintorni

La ripartenza, sai, è come il vento


Del 'rasserenarsi'.E che 'ri-partire' non sia 'un po' un ri-morire' dipende da un numero estremamente alto di fattori – tanti quanti siamo noi italiani che ripartiamo a razzo, dopo due mesi di domiciliari maledetti. E sarà dura davvero nei treni e sugli autobus 'mantenere le distanze' e i controllori dovrebbero essere pari numero dei controllati – e la visione di certi video amatoriali girati a bordo delle carrozze ieri già ci dicono che 'passata la festa gabbato lu santu'; e la gente vi si stringeva, con e senza mascherina o con la mascherina a mezz'asta, e vieppiù si stringerà 'a coorte' già 'pronti alla morte'. Mai inno nazionale fu più nazionale del nostro nel dire della vocazione anarchica e di perenne caciara e noncuranza del 'bene comune' della nostra comunità di popolo.E questa storia dei 'congiunti' equiparati ai 'fidanzati' che finalmente si potrà tornare a vedere distanziati di metri due e mascherati, non sarà che 'più del dolor potrà il digiuno', parafrasando il Sommo, e finiranno stretti a coorte pure loro singhiozzando la gioia mista a tristezza e faranno come quei fumatori incalliti che leggono peste e corna di malattie e di morte sui pacchetti delle sigarette ma fanno spallucce e fanno scattare l'accendino col di più dell'adrenalina di chi gridava 'banzai!! ?Ai posteri l'ardua ripartenza e chissà che non sia vero quel detto sul 'sereno' che 'se non sarà, si rasserenerà'. Leviamo gli occhi al Cielo e 'oremus'.