Nebbie e dintorni

Una storia italiana.


 15 agosto 2017 · Correva l'anno.Il torto, se di torto vogliamo parlare, è stato fatto alla famiglia Regeni e agli italiani tutti - sempre pronti a vocarsi anima e corpo a una nobile causa e a stendere lenzuoli e striscioni - i primi giorni del fattaccio. Che già era tardi perché quel corpo straziato giaceva sui bordi dello stradone alla periferia de Il Cairo da parecchie ore e la notizia scoppiò nel Belpaese dopo almeno dodici ore dal compimento del crimine – ed ogni inquirente vi confermerà che, se nessuna prova robusta e non contestabile si trova entro le 24 ore dal fatto, nessuna 'verità per Regeni' si darà mai in seguito.Ecco, il torto è stato fatto in quel frangente, al momento dello scoppio della notizia e del sollevarsi dell'onda di tsunami dello sdegno italico col promettere velleitario una impossibile 'verità per Regeni'. Ed era tutto vero quello che si è saputo in quei giorni di concitazione universale in cui il governo italiano richiamò l'ambasciatore, dopo le false promesse dell'Egitto di fornire prove e carte e risultanze del lavoro dell'intelligence locale, forse in parte compromessa essa stessa nel depistaggio e il fumo e la sabbia che seppellirono l'indagine sul nascere.Era vero quel che scrissero i corrispondenti dei giornali rapidamente accorsi sul posto: che una fitta nube di fumo e di vane promesse di chiarezza oscurava il panorama sottostante di complicità e collusioni degli apparati istituzionali con i mandanti e gli esecutori dell'omicidio e delle torture, ma, malgrado l'evidenza che non si sarebbe cavato un ragno dal buco, si volle arrivare all'inutile e velleitaria prova di forza del ritiro dell'ambasciatore da un 'paese amico' per contentare gli stolti e gli indignati abituè degli striscioni e delle dichiarazioni reboanti che sempre lasciano il tempo che trovano e per parare l'urto politico del loro sdegno sul governo Renzi in permanente affanno mediatico.E che avessimo una stringente necessità di mantenere buoni rapporti con l'Egitto in quei giorni di onda alta di barconi che partivano a centinaia dalle coste libiche ed egiziane era a tutti evidente, ma prevalse la demagogia e la stolta decisione di 'sedare gli animi' e lasciar correre l'inutile tempo di nulle indagini e impossibili risposte. Verità per Regeni, già. E verità per ogni strage italica dei cento e cento morti tuttora invendicati. Correva l'anno. http://www.ilfattoquotidiano.it/.../giulio.../3794563/
ILFATTOQUOTIDIANO.ITGiulio Regeni, da Egitto nuovi atti e Alfano rimanda l'ambasciatore al Cairo. La…