Nebbie e dintorni

Come eravamo. Il film.


Come eravamo.Nell'articolo citato qui sotto potete rileggere e rivedere mentalmente le scene della nostra vita recente come se foste uno sceneggiatore incaricato di scrivere un film sulla nostra peste 2020 che tuttora incombe sulle nostre vite.Potreste partire – se volete una evidenziazione registica drammaticissima che catturi e leghi alla sedia lo spettatore - con un primissimo piano di un ricoverando anziano mentre scende dall'ambulanza, scortato da due alieni in tuta bianca e casco spaziale e visiera, che ansima a fatica a causa della polmonite bilaterale, per poi passare a un primissimo piano di Giuseppi - con faccia preoccupatissima e molto concentrato e mento volitivo - allargando il campo alle figure ministeriali di contorno di una riunione di governo che preceda il famigerato d.p.c.m. del 4 marzo.La cui data fatale verrà stampata, a futura memoria e menzione terrorizzante, sui programmi televisivi successivi (e dura tuttora), quasi a voler marcare una distanza precauzionale e cautelarsi giudiziariamente, nel caso in quei programmi si mostrassero assembramenti vietatissimi e niente mascherine sui visi dei protagonisti.E' un film sul 'come eravamo' di cui abbiamo visione chiara e nitida a causa del poco tempo trascorso da marzo, ma tutti noi possiamo contribuire alla sceneggiatura: aggiungendo episodi della nostra vita privata in cui ci aggiriamo per le stanze della nostra reclusione domiciliare come leoni in gabbia – incerti se salire sulla terrazza condominiale al quinto piano a suonare e cantare, chitarra alla mano, 'Imagine' o telefonare per la quinta volta in un ora all'amica risanata tornata a casa di recente e ivi reclusa dopo aver trascorso tre giorni in terapia intensiva.No, non voglio infierire. Lo dico per coloro che vivono questo dramma pandemico della nuova peste 2020 come se fosse un mostro in agguato che, da qui all'autunno, riempirà di bel nuovo le terapie intensive - e conteremo i morti a decine nelle case di riposo e le televisioni si faranno carico di seminare il panico con aperture ad effetto dei telegiornali della sera sui numeri spaziali dei contagiati in rapporto (speriamo) ai tamponi effettuati e sulla chiusura delle scuole faticosamente aperte giusto ieri.Piuttosto è un effetto esorcistico, la creazione di una barriera mentale tipo 'vaccino' quello che voglio creare – più o meno uguale a quello dei films 'catastrofisti' dei terremoti e tifoni e uragani ed esplosioni vulcaniche terrificanti che vanno in onda giusto a ridosso di catastrofi effettive accadute solo un mese o tre mesi prima e che hanno causato la perdita di molte vite.Perchè, maledizione, quello che si mostra sugli schermi televisivi da un po' di giorni in qua è una sorta di propedeutica cassandrica (da 'Cassandra crossing') della 'seconda ondata' di contagio allargato e terapie intensive in tilt che, la Rai in primis, si fa carico di anticiparci e prendersi d'anticipo e dare avviso sotterraneo agli spettatori impauriti di tornare a fiondarsi in massa nei supermercati per far scorta di pasta e farina e olio. Scommettiamo che ci riesce? Chiusa la Lombardia e 11 province. Il documento in bozza. I medici delle terapie intensive: "Situazione al limite". Protezione civile, 5.061
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