Nebbie e dintorni

Dell'esprimere i propri voti


Ho votato. Un sonoro e liberatorio 'si' al referendum che manda a casa una cospicua fetta di parlamentari eccedentari (rispetto alla media europea del rapporto abitanti/eletti) e un voto a destra per le regionali. Nella viva speranza che, in seguito a questo voto, cada fragorosamente il presente s-governo degli infami giallo-rossi (che non lasciano fama).Non vi deve stupire che una persona moderata e assennata quale io sono – e che ha votato a sinistra (e grillino, in finale di partita) fino alla veneranda età di anni 65 oggi voti a destra.I voti son desideri – voti, giustappunto, nel senso de 'esprimere i voti' – e il mio desiderio, da circa un sofferto decennio in qua, è che nelle urne si dia un segnale forte, assordante, se possibile, che la gestione dell'ordine pubblico - quale è stata gestita da una sinistra lassa e, per certi aspetti, folle nel suo diktat sociale di accoglienza senza limiti e governo e che penalizza le nostre periferie urbane, orribili a vedersi e a udirsi e a frequentarsi – è fuori controllo, è una vera e propria emergenza sociale e politica (come il Covid, come i terremoti, i tifoni e gli uragani) ed è intollerabile che i paesi frontalieri tutto-costa del tragico Mare N(m)onstrum, la Grecia e l'Italia, siano stati designati de facto e con un massimo di cinismo degli altri paesi-membri quali campi profughi di una Europa che se ne lava la mani.Pollice verso e fuori i leoni.