Nebbie e dintorni

Vae victis. Morire per la democrazia?


Navalny è un 'campione della democrazia'. Darebbe la vita perché il suo popolo possa esprimersi al meglio con libere elezioni. E manda a dire, perché suocera intenda, che 'non ha intenzione di suicidarsi'. Grande uomo. E anche quelle ridenti, bionde signore bielorusse che guidavano le manifestazioni contro l'autocrate eterno sembra(va)no disposte a mettere a repentaglio le loro vite per una loro idea di democrazia partecipativa.Ma, viste dall'Italia, le pulsioni democratiche ci paiono altra e più miseranda cosa. E nessuno darebbe la vita per Conte – a parte, forse, qualcuna tra 'le bimbe di Conte' che, su Facebook, si profondono in salamelecchi ed elogi sperticati all'uomo e allo 'statista' (sic). Ed è un'altra donna, oggi, ad aprire uno spiraglio nella crisi dell'uomo-senza-maggioranza, l'avvocato del popolo che si cimenta nello storico mercato delle vacche nazionale, ma che rischia di andarsene con le pive nel sacco per aver voluto sfidare in pubblico dibattito Giamburrenzi, il logorroico eroe de: 'Io ti ho fatto, io ti disfo' del presente s-governo degli infami (che non lasceranno fama) giallorossi. E' la Carfagna, infatti, a dire pubblicamente – non si sa con quale investitura politica o se imbeccata di velina dal Reggente o dal Consiglio del suo partito – che andare alle elezioni non si può con tanto grave crisi sanitaria. E viene a mente che ogni e tutte le emergenze in questo paese, ieri il terrorismo, oggi l'emergenza sanitaria, sono sempre state usate dai soliti noti per meglio incollarsi alle mitiche cadreghe e farsi beffe del sentire politico degli italiani a loro fieramente avversi.Ed è un tale pasticcio di verze 'missiae' in-guardabile, in-odorabile e da non dirsi tutto questo affannarsi in video e in voce dei mestatori politici per far uscire dal cappello della disastrata democrazia parlamentare italica il 'Conte-ter' oppure il 'governo istituzionale' e/o di tutti (contro tutti) o il 'rimpasto', del magna-magna universale che è la fetida cucina politica del paese ingessato che teme le elezioni quali fiamme di un inferno che li inghiottirà.E davvero per una tale democrazia (sic) nessuno 'darebbe la vita', ma , forse, una, mille, un milione di monetine – di quelle che hanno affossato la carriera politica di Craxi Bettino, consegnandolo alla fuga e all'esilio. Consiglio a Navalny di guardarsi bene intorno e studiare a fondo il quadro politico russo proiettato in un futuro senza Putin prima di avviare le oceaniche manifestazioni di protesta.Davvero non è eroica cosa, né sensata 'morire per la democrazia' per trovarsi, poi, a deprecarne inutilmente i truffaldini algoritmi elettorali, come pare sia avvenuto di là dell'Atlantico, ma 'guai ai vinti'.