Nebbie e dintorni

Secoli corrosi


 Lungo i corrosivi seculi seculorum - 07 febbraio 2014Vivo in una città strana. Dove uno strano cinese, magro e dall'espressione vagamente 'cinematografica' trascina un cane a guinzaglio - pure lui!, ma non ve li mangiavate, secondo tradizione consolidata e letteratura!? Una città stracolma di turismo e turisti, ma dove l'azienda del trasporto urbano è in costante rosso e i commercianti lamentano che 'non si batte chiodo', malgrado le pacchiane maschere e i vetri taroccati e 'cinesi' che riempiono le vetrine – e dove gli 'affittasi' e i 'vendesi' di negozi e case sono numerosi quasi quanto le epigrafi mortuarie.Una città dove perfino la festosità del carnevale che la riempirà puzza di mortuario, di allegre celebrazioni funeree, di morti viventi che si immergono nell'antico dei vestiti sontuosi e ridicoli - e un turismo liturgico e autoreferenziale seppellisce, a decine di migliaia ogni anno di più, la 'città di abitanti' dietro il suo fastoso rumore di nulla, il suo sentore di parrucche incipriate e orpelli di 'papier machè e 'non sappiamo più a che santo votarci' per sentirci ancora un po' vivi, noi panda e orsi marsicani, e siamo come i guerrieri di Orlando nel suo poema che 'andavano per lottare ed eran morti'.Venezia vive? Si. Come quei compagni che morirono per la causa e di loro si scriveva e diceva che 'vivono e lottano insieme a noi'. Tutto sta a crederci. E' confortante. Come coi santi del paradiso e gli angeli e i beati. Appollaiati sui cornicioni delle chiese e stufi di reggere quella loro vita apparente e immobile lungo i corrosivi seculi seculorum.