Nebbie e dintorni

Rumore e furore...


  Shakespeare in Italia - 20 febbraio 2020Ha degli echi scespiriani il nostro dibattere politico in tivù. Nella fattispecie il Renzi di 'Porta a porta' di ieri è stato il protagonista assoluto del remake italico di 'Tanto rumore per nulla'.E ha fatto un rumore di valanga perfino quella sua innocua sciata sull'Himalaya, piccolo dio indocaucasico in trasferta che si è preso una vacanza esotica - e l'Abetone faceva troppo 'proletari allo sbando' e Courmayeur era l'anno scorso e bisogna pur cambiare orizzonti, che diamine.E Lui, il Renzi, avrebbe preferito recitare nell'Enrico VIII, ca va sans dire, e fare e brigare a suo piacimento sulla asfittica scena politica e destituire i cardinali riottosi e disporre di mogli a iosa , mandandole a morte al pari di Tommaso Moro, per un sovrappiù di alterigia e mania di grandezza.E, in realtà, per Renzi in tivù si è trattato – come scriveva un grande critico di molta arte post moderna - di un trattato sul Nulla che viviamo: 'Non si poteva dir meglio se si voleva dir niente'.E il Nulla della politica italica torna al mittente dello s-governo giallo-rosso impastoiato nelle sue contraddizioni: del pd che vorrebbe imporre all'alleato 'che ha i numeri per governare' la resa senza condizioni sui decreti sicurezza e lo ius soli e/o cultura e, più avanti, un ardito ripensamento sul reddito di cittadinanza e, grande finale! un tagliarsi le palle in pubblico video e karakiri a reti unificate dei leaders pentastellati perché così si vuole dove non si puote - e l'anima degli ex sinistri dem si nutre di libere immigrazioni clandestine e plauso e osanna alle o.n.g. taxi del mare e di processi di Norimberga per Salvini con il plauso in piazza delle sardine.
Ma non finirà così. 'Un diverso finale può essere scritto, presto.', scriveva B.Brecht - e forse lo scriverà la destra e le opposizioni riunite in un prossimo momento di affanno e marasma parlamentare e inevitabile voto di fiducia su qualche altro provvedimento di s-governo.Perché è del Nulla politico di 'avvocati del popolo' diventati avvocati di se stessi che stiamo parlando e non se può più di questa genia politica incollata alle cadreghe di un effimero potere di nomine che farfuglia e si dan di gomito di 'arrivare al 2023' con negli occhi il terrore malcelato di perdere tutto e solo l'infamia quale foto di famiglia prossima ventura.