Nebbie e dintorni

Voce del verbo mostrare.


Andare per mostre (2) 30 maggio 2016...ed è come un excursus storico di grande respiro e 'preso alla lontana'. Come se, per dare un senso alle architetture post moderne dovessimo sempre rapportarci alle origini. Da dove veniamo per capire dove andiamo, - se davvero andiamo da qualche parte e un qualche 'progresso' connota il nostro andare a tentoni nella Storia.E c'è chi ci rappresenta l'informe concretezza del caos come una nuvola rappresa che l'uomo domina da par suo ed esplora le sue caverne e interne concrezioni e gruviera speleologici e chi ci ricorda l'opera e l'ingegno di ricercatrice di Maria Reiche – la cui suggestiva foto di schiena in piedi su una scala di alluminio e di fronte l'arido deserto delle 'linee di Nazca' campeggia nel manifesto della Mostra.Foto emblematica che ci dice che ogni opera geniale e meritevole di attenzione nasce dalle piccole cose: la sua scala di alluminio di ricercatrice così come i paletti e le corde degli architetti della civiltà Nazca che servirono a disegnare quelle enormi figure che dovevano essere viste dal Cielo, secondo alcuni ricercatori, e segna(la)re una comune 'via delle stelle' (da dove veniamo e dove andiamo), ma, secondo altri, servivano piuttosto a un progetto di irrigazione, - buffa ipotesi per un deserto così arido e privo di vento che ci ha conservato i meravigliosi disegni aero-terrestri per secoli.
Il paradiso può attendere 30 maggio 2019E il ritorno a palazzo Lezze, sede espositiva del padiglione dell'Azerbaigian, che più centrale non si può, (campo santo Stefano, Venezia) ci mostra che 'qualcosa è cambiato' in quel paese – e ci ricordiamo che, due anni prima, gli artisti e i loro sponsor politici e gli addetti culturali e i curatori ci parlavano di e magnificavano un paese privo di conflitti, paradiso in terra di convivenze possibili.E oggi, invece, altri artisti di quel paese ci raccontano di un conflitto intestino, un ripiegamento, un incartarsi delle coscienze individuali nell'uso distorto di tecnologie che dovrebbero essere sempre liberatorie e diventano, all'opposto, schiavitù e teste dentro la sabbia del preteso Oltremondo della Rete, dove non tutto funziona come dovrebbe e niente va ben, madama la marchesa, - ad ascoltare quei tali, gente sinistra, che gridano alle 'fake news' e agli 'haters' e ai maledetti 'leoni della tastiera' (hic sunt leones) forse nostalgici dei tempi in cui esistevano solo loro e i loro autorevoli 'verba' : i maitre à penser e i professori, circondati da laudatores peripatetici e folle di discenti silenziosi e succubi.E i manichini ciechi e sordi delle istallazioni hanno gigantesche molle che collegano i crani – e si suppone che vi transitino delle informazioni, sperabilmente importanti e significative, ma gli occhi dei comunicanti sono spenti e non vi è emozione, il solo condimento che dà sapore ai dialoghi e vivacizza i rapporti tra le persone e si costituisce a 'senso' e condivisione di 'umanità.Il paradiso può attendere. Da vedere.