Nebbie e dintorni

Sacrifici umani: Da Ifigenia a Saman


Sono i dettagli che definiscono le storie. Prendete quel video passato sui telegiornali in ogni fascia oraria negli ultimi giorni del nostro affanno e l'orrore per la morte e immediata sepoltura della povera Saman – la diciottenne pachistana che voleva vivere la sua fresca vita da occidentale immigrata ma è incorsa nell'azzanno feroce dei parenti-orchi assassini.Il video mostra il padre di Saman che passa il controllo passaporti con prestanza di movimenti e viso rilassato e la moglie al seguito si toglie brevemente la mascherina sanitaria e mostra anch'essa un viso disteso e quasi ilare, raccontandoci efficacemente la 'banalità del male' quale ci illustrava Hannah Arendt, allibita spettatrice del processo all'orco assassino Adolf Eichmann.E la banalità del presente male di questi 'borghesi piccoli piccoli' di importazione sta nella loro incapacità strutturale di andare oltre gli schemi della oscena tradizione di cui si narra: di matrimoni combinati e obbedienze cieche ai diktat genitoriali. Un autoritarismo teutonico che ben conosciamo perché anche noi, al tempo dell'adolescenza, abbiamo 'ucciso i padri-padroni' e contestato l'autoritarismo stupido che si impone 'perchè così ho deciso' (io padre) e più non dimandare.E lo scontro atavico genitori-figli sulle questioni esiziali del vivere il proprio tempo e conquistare gli spazi necessari ad una vita nuova e le necessarie autonomie di giudizio premia le aggressività maschili che si fronteggiano e castiga le innate dolcezze femminili – quali si ascoltano nei riporti sonori del dialogo tra Saman moritura e il fidanzato di uguale lingua e provenienza.'Lasciamo fare al destino.', dice la ragazza con voce quieta, pacata, da moderna Ifigenia vocata al sacrificio bellico del padre-padrone Agamennone - poi punito dagli dei, al ritorno dalla guerra contro Ilio, con l'assassinio brutale per mano degli amanti Egisto e Clitennestra.E vengono i brividi nell'ascoltare le parole della moritura, perfettamente cosciente del finale abbandono rabbioso di coloro che le hanno dato la vita e dell'inganno di averla fatta ritornare in famiglia 'perchè stiamo per morire'.Nella realtà della 'banalità del male' di questa nostra storia di post moderna infamia, fatta ritornare in famiglia per l'obbedienza ultima o la morte concordata con lo zio e i cugini – assassini minori e boia designati da parte del padre-orco perché stringano senza pietà le mani sul collo niveo della vittima indifesa e rassegnata all'orrore del Fato in veste pachistana.
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GAZZETTADIPARMA.ITSaman e l'ombra di Agamennone in margine alla tragedia - Gazzetta di Parma