Nebbie e dintorni

Faccio outing. Sono aristotelico.


Platone, Socrate e tutti gli altri a seguire.Lo so che pensate che è per via della sua avversione alla scrittura che mi sta antipatico il Platone.E un po' è vero e anche i librai post moderni lo hanno in uggia dal momento che affermava che non basta comprare e leggere i libri per sapere tutto quello che è necessario sapere - e solo noi professori e titolari di accademie possiamo spiegare e dire vera sapienza quella che prendiamo in considerazione e la ammanniamo ai seguaci e discepoli prostrati in adorazione. Un vera e propria difesa della casta dei sapienti, la sua – e chissà che cosa direbbe oggi il caro Plato e a quali sconcezze si lascerebbe andare sui social contro i 'leoni da tastiera' e i 'sotuttoio' che si permettono di contestare le verità rivelate dei giornalisti professionisti e i professori, un tempo autorevoli e osannati, e dei loro politici di riferimento incollati alle cadreghe con la benedizione clamorosa e colla aggiuntiva dei banchi delle 'sardine'.Ma converrete che quella sua teoria bizzarra e arzigogolata della caverna dove stanno uomini strani e un fuoco ne proietta le ombre – e, se fanno tanto di fuoriuscire restano accecati dal sole della Verità – è piuttosto cerebrale e, se è vero che ha ispirato il doppio reale e virtuale di Matrix, come ci spiega il professor Ferraris in tivù, gli risponderemo che quel film non ci ha convinto per la stessa ragione dell'arzigogolo e del cerebralismo che, come ci direbbe il poeta delle 'Feuilles Mortes': 'Le mond mental ment monumentalment.'. E a noi pare che abbiano ragione i poeti coll'invitarci che fanno a godere del semplice cinguettio degli uccelli in natura e della bellezza dei petali e dei pistilli dei fiori coloratissimi e dell'azzurro del cielo e delle spirali delle conchiglie che hanno le stesse proporzioni matematiche delle spirali galattiche - e ci viene in mente la 'Miseria della filosofia' che proveremo a rileggere per capire chi aveva in mente di contestare l'autore del libro e cosa.E Aristotele, pur nella sua ignoranza della legge gravitazionale (che arrivò ad affermarsi di lì a qualche secolo, sia detto a sua discolpa) ci sembra miglior filosofo, pure se 'terra-terra', di quell'arrogante suo predecessore, quantomeno nel suo considerare le apparenze per quel sono e ci appaiono e non ingannano: evidenze dei sensi che, sole, ci restituiscono il senso di realtà e di Verità che Plato rimandava alle inarrivabili Idee iperuranie. Ecco, l'ho detto, ho fatto outing. Sono aristotelico e anti platonico. E neanche i sofisti e gli atomisti sono così male, a ben leggerli e studiarli.
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