Nebbie e dintorni

Nomi ed altri nomi.


E' vero che alcuni nomi e toponimi 'cantano' e altri no, come fa notare Paolo Rumiz nel suo 'La leggenda dei monti naviganti' a proposito dei paesuoli del nostro Appennino solitari e dimenticati.E Galla Placidia e Teodolinda sono nomi che ben si attagliano alle regine 'barbare' che li hanno indossati e ce ne hanno lasciato ampia traccia storica e vestigia e Cristian, di contro, non fa venire a mente altro che post moderni calciatori e attori poco memorabili di un presente che non so se verrà censito dalla Storia per il troppo di infamia che contiene e che noi presenti e vivi vorremmo cancellare dagli annali.E Mario fa venire in mente il 'signor Rossi' italico (e il presidente del consiglio in carica che tutti ci vuole vaccinati e guai ai disertori) e, se ci aggiungi un 'super' ecco il viso del simpatico personaggio virtuale che saltella di qua e di là come un grillo nel rettangolo del famosissimo gioco che abbiamo regalato ai pargoli in gioventù.E il tempo presente annovera, nell'accoglientissima terra di Europa sotto scacco di invasioni quotidiane, anche una gran quantità di Muahmmad e Mustafà di varia importazione e di difficile censimento – dal momento che, per violare il colabrodo delle frontiere europee distruggono i documenti e si fanno 'uccel di bosco' trasvolanti con gran facilità di paese in paese; e compaiono, di quando in quando, sui giornali nelle cronache di sangue di cui al grido rauco 'allah u akbar' che tanto ci spaventa, se lo sentiamo gridare all'interno di un autobus o nel chiuso di un teatro affollatissimo.E chissà che nomi daremo ai personaggi di fantascienza proiettati oltre il presente millennio e se ci sarà una Fatima che ci servirà il tè a bordo delle enormi astronavi che fanno rotta per la costellazione di Orione o se torneranno le Teodolinde e le Placidie longobarde, ma noi non ci saremo e saremo onde e/o particelle vaganti e sussurranti nel buio del cosmo noncurate da nessun viaggiatore spaziale.Chi vivrà dirà e 'ogni tempo unicamente verrà', come chiosava il Zanzotto buonanima, poeta-filosofo delle colline del Solighese.