Nebbie e dintorni

Trieste è anche altro.


Diario di viaggio (2) 04 novembre 2015L'ariosità, certo. E il biancore e i colori pastello dei palazzi forti, quadrati, ornati di sculture e fregi e che delineano le piazze ampie che hanno fatto la Storia. Mai viste tante bandiere sospese in una sola piazza – e passi che si chiami 'Unità d'Italia' e che qui, in quest'angolo di Europa esposta a tutti i venti, si sia giocata la partita più tragica dei trattati post bellici che ci hanno privato dell'Istria e della Dalmazia, e che oggi sia il quattro di Novembre: giorno designato di una festa delle Forze Armate che dovrebbero salvare la Patria, ma ancora brucia la disfatta dell'ultima guerra e l'esercito degli slavi in armi che arretrarono solo dietro le minacce americane che salvarono la città dall'odiosa occupazione.E davvero si respira Storia e letteratura, in questa città di biancore diffuso e ariosità anche architettonica – malgrado l'imponenza delle storiche costruzioni e le facciate e il colonnato dei templi religiosi e laici. E i caffè storici resistono alle intemperie della postmodernità e alla maledetta globalizzazione che ridisegna il futuro delle nostre città. E, chissà come, non vedo cinesi a gestirli e i negozi del centro sembrano ancora saldamente in mani indigene, alleluia! in periferia non so.E Venezia, invece, ha ceduto le armi e le edicole e i bar e i negozi di pelletteria e di chincaglieria turistica – ogni città ha la sua storia e i suoi cedimenti e gli avvilimenti e le miserie e la decaduta nobiltà sommersa dai milioni di visitatori-locuste.Forse Trieste è una città dove vivere è bello, chissà, provare per credere – e i prezzi delle case sono decisamente più bassi di Treviso e della cintura di cittadine satelliti che le fanno corona, ma solo nella cintura urbana periferica che, a volo d'uccello, è brutta tanto quanto il centro storico è 'charmant' di tradizioni e letteratura e storia mitteleuropee.Bisognerebbe rifare il viso alle storiche città ogni vent'anni e abbattere le loro brutture più evidenti e restituire alle città storiche la dignità architettonica perduta negli anni della crescita edilizia speculativa de 'il sacco delle città' denunciato dai giornali dell'epoca.Vaste programme, come diceva C. De Gaulle buonanima.Havvi a far, il governo del 'fare', ma i sindaci coraggiosi latitano e i governanti di riferimento sono quelli che le avvilenti cronache del Malpaese ci consegnano ogni giorno che Dio manda in terra, ahinoi - scegliete voi tra gli imbonitori berlusconi e renzi, per tacer degli altri morti e sepolti, parce sepulto.