Nebbie e dintorni

Alberi in bandiera.


Deve essere successo qualcosa di misterioso nelle mie cellule neuronali. Che sviluppano sinapsi vegetali maggiormente attive nel corso dell'autunno – e quando passo accanto a giardini e parchi e ai filari degli alberi diversi e coloratissimi è come se fossi trasportato in un incantevole carnevale funebre, un funerale di New Orleans con gente che balla e strani cappelli e risa e il morto nella bara che se la ride contento.E le foglie cadute formano un tappeto soffice che il vento sommuove e le folate formano vortici di colore e io sono foglia, sono albero che cova il suo letargo, sono vento sono concrezione di materia vegetal-animale sono vita che muta e muore ma proietta la sua rinascita di là del Tempo e delle stagioni.E mi si allacciano i malleoli con le radici sepolte che salgono su per i polpacci ed eccomi mutato in fremente statua vegetale come Dafne concupita dal dio e il respiro mi si sospende e si fa silenzioso come quello delle ultime foglie sui rami – ostinatamente sospese sui piccioli fragili che un vento maggiore e il battere della pioggia vincerà. Non sono morte, sono vita e materia che è stata e che sarà, girandola di mutazioni, ed ha riempito di ossigeno i nostri polmoni e ci ha fornito l'ombra dell'estate appena scorsa e, grati, dovremmo inserire nella bandiera nazionale l'immagine di un albero, come ha fatto il Canada. E' indetto pubblico concorso per il miglior design e un referendum per scegliere tra frassino, olmo tiglio, pioppo, platano, robinia e quercia. (La quercia no, l'hanno inflazionata quelli del pd al tempo di Occhetto e della sua 'gioiosa macchina da guerra (sic). A voi la scelta.