Nebbie e dintorni

Gli inganni della memoria.


L'inganno della memoria 02 dicembre 2013'Se la memoria non mi inganna', usiamo dire, consci della sua fragilità – e, in realtà, la memoria ci inganna, eccome! E, dalla visione del bel film 'La mafia uccide solo d'estate', ho conferma che la memoria umana non è come quella dei computer - che tutto registrano e 'tengono in memoria' - bensì una farfallona dalla vita effimera, ahinoi! che vola di avvenimento in avvenimento con troppa leggerezza, nessun peso ritenendo e rimandandoci della gravità di quei fatti lontani. E perfino dei morti ammazzati dalla mafia palermitana e le altre cosche mi ero scordato la cronologia degli eventi criminali e le varie figure del giudice Chinnici e l'onorevole Pio la Torre e il mai abbastanza vituperato Salvo Lima e il generale-prefetto Dalla Chiesa - e delle bombe e gli attentati a cui avevano fatto il callo i palermitani che, in maggioranza, votavano e tenevano in palma di mano e 'voto di scambio' quella schifezza politica chiamata Democrazia Cristiana. E il leader, in Sicilia, era quell'Andreotti-belzebù dei giornali a lui avversi - forse finito in un culo di sacco infernale di un qualche girone dantesco.E devo gratitudine a Pif, il regista del bel film sulla Palermo infernale di quegli anni di stragi di magistrati e poliziotti - che con passo narrativo leggero e il sorriso (dal sapore acre) sulle labbra ci restituisce una memoria infantile e un 'romanzo di formazione' degli anni terribili della nostra storia nazionale. E veniamo a sapere che, già allora, l'Europa veniva usata come slogan stupido e buono per tutti i tele-giornalisti servi (ed erano molti) dal Lima - la longa mano andreottiana in Sicilia - che nei mercati rionali andava ripetendo, da nessuno sbertucciato e contraddetto, che: 'La Sicilia ha bisogno dell'Europa e l'Europa della Sicilia.' ma che caxxo voleva dire mai, all'epoca. Prebende da avocare, forse.E che caxxo vuol dire oggi, 'restare in Europa', se quasi tutti – dal Grillo urlante al Berlusconi dimezzato- vogliono fare terra bruciata intorno al progetto politico europeo dei conti in ordine e tornare a crescere con i fondamentali dell'economia stabilizzati: rapporto debito-pil sotto al 3% e la spesa pubblica sotto controllo e uno 'stato sociale' ridotto all'osso per 'tornare competitivi' sulla scena del 'mercato globale'.E' paradossale, per tornare al film di Pif, che il miglior modo e più efficace politicamente e mnemonicamente, sia una narrazione leggera e comico-ironica applicata agli eventi più tragici e luttuosi della nostra Storia recente. Così come ha fatto Benigni e il suo sceneggiatore Cerami con l'Olocausto ne 'La vita è bella' – un azzardo spaventoso, uno 'scherzare coi Santi' risolto, però, magistralmente e che nulla ha tolto alla terribilità e l'orrore del nazismo assassino e dei maledetti carnefici.Un film da vedere e godere dall'inizio alla fine – e meritato l'applauso finale in platea, come fossimo a una 'prima'.