Nebbie e dintorni

Città strane...


 17 febbraio 2014 · La città strana (2) C'è vita in questa città. La gente si agita, freme di indignazione, riempie i ponti e le calli (il 'Calatrava', l'altr'ieri, ha tremato per le troppe presenze) e strepita perché i loro figli, poveri cari, vanno a scuola in luoghi sporchi – e la 'spending review' degli enti locali ha castigato anche le imprese di pulizia. Ma di organizzarsi in squadre di volontari (studenti inclusi) e 'mettere mano' a ramazze e strofinacci, no eh, cari i miei genitori – con tutto il tempo che ci regala la disoccupazione e il volontariato della 'protezione civile' che trabocca di offerta di nonni giovanili e ancora vigorosi. Offro le mie braccia alla bisogna (i cessi inclusi) acciocchè non si dica che predico bene e razzolo male.Ascoltavo, mesi fa, una trasmissione radiofonica fatta di pezzi storici – ed era il dopoguerra e un maestro di scuola annotava in un suo diario quanto freddo faceva in quelle aule in cui si insegnava e si apprendeva coi guanti e il cappotto indosso. E mancavano i gessi per le lavagne e l'inchiostro in cui intingere i pennini e quel bravo maestro e i suoi allievi si industriavano a comprimere il 'pongo' sulle cornici delle finestre per fissarne i vetri ed era tutto un 'lavorare' - nelle scuole e nelle case e per le strade - perché iniziava 'lo sviluppo' e si avviava 'la rinascita' del paese. Forse dovremmo tornare a quel lontano 'spirito dei tempi' e accettare l'idea che questa crisi globale che ci affanna sia una sorta di guerra che possiamo vincere con un 'ritorno al futuro' e un 'rimboccarsi le maniche' - e la stanchezza serale di un tale, esemplare 'volontariato civile' lascerebbe poco margine ai giovani che vi si impiegassero per le oscene 'movide' e gozzoviglie alcoliche serali e notturne che tolgono il sonno ai residenti e insudiciano la città.E per restare sulla 'città strana' dove accadono le cose che 'voi umani neanche immaginate' è degno di nota quest'altro 'sdegno' degli abitanti e delle varie associazioni (perfino il F.a.i.! Che sia una questione estetica?): un bengalese, di quelli che lanciano in aria le trottole luminose e schiacciano a terra le 'facce' di plastica molle e vendono le rose ai turisti e ai beoti vaganti in piazza san Marco, ha osato formulare la frase folle: 'Questo è il nostro territorio', rivolto a un cameriere dello storico caffè Quadri che forniva un cliente di stivali per l'acqua alta. Gangs of Venice? La tolleranza, da parte del sindaco e delle forze dell'ordine, dell'osceno commercio abusivo è causa del suo dilagare ovunque in città - e lo stupido gioco a 'guardia e ladri' delle pattuglie che fingono di non vedere, quando decidono finalmente di intervenire è causa di un 'fuggi fuggi' che manda all'ospedale le vecchiette bocciate dagli atletici neri in fuga. Forse non sarebbe male suggerire al caro sindaco e ai vertici delle forze dell'ordine un viaggio-studio a Vienna per vedere e apprendere come si amministra una storica e nobile città e vi si risolvono i problemi con l'efficienza e l'eleganza che spetta ai 'salotti dell'Europa'. Mi dico pronto fin d'ora a versare il mio obolo per una colletta a questo fine – se per caso mancassero i fondi.