Nebbie e dintorni

Il Dottor Stranamore è tornato.


Olocausti nucleari e dintorni.Conviene tenere gli occhi ben fissi sulle esplosioni ucraine di oggi e dei giorni a venire e continuare a sviluppare le complicate sinapsi che ne conseguono se vogliamo capire il nuovo della Storia.Che sembra ripetersi, ma è come i virus che sviluppano le loro micidiali varianti per sopravvivere.Se quello che ci spaventa dell'aggressione militare dei russi è il ricordo ancora vivo del caporale Hitler che invadeva la Polonia con la passiva condiscendenza e gli errori politici dei paesi a lui intorno – e il seguito dell'espansione militare tedesca fino all'Olocausto finale - è una buona sinapsi, ma trascura le varianti virali della complessità della vita sul pianeta Terra.Di Hitler ce n'è uno solo nella Storia, tutti gli altri sono suoi pallidi imitatori – pur se a capo di una nazione ben più vasta e solida della nazione tedesca di allora e dotati delle mille diavolerie missilistiche a testata atomica che ci fanno tremar le vene ai polsi per l'ampiezza dell'area distruttiva che comportano e include le nostre case e quelle dei parenti e degli amici.Ed ecco la prima variante. L'equilibrio del terrore atomico ancora tiene e terrà per qualche settimana e relega nella fantapolitica i vaneggiamenti del dottor Stranamore (il bel film di Kubrik, andate su internet a vedervelo, è istruttivo). Quindi niente truppe Nato ingaggiate sul terreno e sullo spazio aereo ucraino.Ma i brividi che provammo all'epoca dell'uscita del film nelle sale – di un missile (o un bombardiere della classe Stealth) che sfugge ai radar russi e punta veloce, troppo veloce su Mosca, e i due presidenti che si fronteggiano telefonicamente e patteggiano la punizione del reciproco sacrificio atomico di alcune città americane quale giusta rivalsa – quei brividi, dicevo, sono di oggi perché basta una frase di troppo (delle troppe e sciocche di pretesi leaders quali ci riferiscono i tiggi embedded) e un qualche capo di stato dell'alleanza Nato che ama mostrare i muscoli e spinge per una punizione severa che vada oltre le inefficaci, mitiche 'sanzioni' (Biden?) e la china discendente dei pulsanti rossi militari e dei codici che avviano l'olocausto nucleare verrà scandito in diretta dai giornalisti nel corso dei loro abborracciati tiggi di guerra.Dieci, nove, otto, sette, sei – come quando stiamo con le bottiglie di spumante in mano in esaltata attesa dell'anno nuovo, che mai è veramente nuovo e diverso.Noi speriamo che ce la caviamo. Ripetiamolo in coro facendo gli scongiuri di rito, perché se davvero i toni e gli stupidi fronteggiamenti verbali del Baiden, presidente inadeguato, non si attenueranno e qualche saggio consigliere non lo convincerà che Putin non è il 'nemico' da annientare, bensì il leader politico con il quale venire a patti e disegnare insieme il futuro delle sfere di influenza e l'arretramento della cintura militare della Nato dalle attuali posizioni allora è il tempo delle preghiere.Che Dio ci aiuti, come si dice e si dirà mentre il mondo si fa evanescente nelle sue nebbie belliche e l'odore delle polveri atomiche ci brucia i polmoni.