Nebbie e dintorni

Amici virtuali e future trattative di pace.


Qualcosa di positivo c'è nel considerare i tempi di guerra che viviamo. Abbiamo tutti imparato a selezionare le fonti di informazione e a spegnere con stizza i tiggi troppo schierati con i paesi Nato e con quei canterini davvero ridicoli (che nessuno se li fila) dei nostri politici, nessuno più escluso, ahinoi.E chissà quali macerie democratiche avremo nel 2023 dopo tanta infamia di provvedimenti di guerra approvati 'all'unanimità' in parlamento. Ma, forse, la presente guerra sarà finita e 'torneremo ancora a cantare', come scriveva il De Gregori ('Generale') e a credere di bel nuovo nel dialogo. Chi vivrà vedrà.E su facebook si polarizza ulteriormente la schiera di coloro che si stracciano le vesti per la guerra e alzano alti i lai – senza, ostinatamente, considerare che la pace si fa prendendo in considerazione obbligata le ragioni del nemico – e ti cancellano dagli 'amici', così rivelando l'estrema fragilità della parola 'amicizia' nell'Oltremondo virtuale. Da certi 'amici' mi guardi iddio...recita il noto adagio.E, se consideriamo che siamo appena usciti dalla pandemia con uguali dinamiche di confronto-scontro violentissime tra pro e no vax forse ora abbiamo raggiunto il pareggio della tribalità di chi sta con chi e perché e parleremo con lingua diritta in ambiti protetti – la censura unilaterale e insindacabile di Facebook a parte.La torre di Babele nel terzo millennio delle sognate 'magnifiche sorti e progressive'.D'altronde, in tempi di guerra non si va per il sottile e 'zitti il nemico vi ascolta' riportavano i manifesti di guerra - e oggi invece devi guardarti dal pubblicare sul tuo profilo il bel quadro di un famoso pittore russo perché, dall'altra parte, gli infiammati resistenti solidali con gli ucraini 'non intendono ragioni' contrarie e buonanotte al dialogo e ad una possibile intesa.Ma tempo al tempo. L'umanità è un concetto complesso, a volte contorto, il 'ramo storto dell'umanità' del noto filosofo, e si innalza con voli pindarici in tempi di manifesta sofferenza e si affloscia quando il nemico è alle porte e il primo grappolo di atomiche è scoppiato in prossimità delle nostre case.Allora ritorna il dialogo. Tra i sopravvissuti all'olocausto nucleare. Ma non durerà troppo a lungo.Dopo cinquant'anni, anno più, anno meno, tutto sarà dimenticato – come la mitica Resistenza e l'Olocausto degli ebrei – che tocca sostenerli a spada tratta e plurime veline televisive in cronaca 'per non dimenticare', perché 'i giovani non dimentichino'.Succederà anche per la guerra di Ucraina, dopo che abbiamo contato i morti, i feriti e i dispersi, abbiate pazienza.Una trattativa di pace ci sarà, ma solo per i lungimiranti.