'Si fermino le armi' e 'no alla guerra' e 'pensiamo alla donne in fuga con i bambini' sono considerazioni largamente condivisibili e consolatorie, ma ci piacerebbe che non restassero sospese quali effimere nubi nei voli pindarici delle figure istituzionali di riferimento, id est il presdellarep e sua Santità reverendissima – che il Signore ce li conservi.Capisco che queste due figure, che tanta parte dell'audience pubblica occupano pur senza evidente costrutto, sono prestigiose e 'autorevoli', ma, ahinoi, le loro giaculatorie pie lasciano il tempo che trovano se non si agganciano alle considerazioni fondamentali e alle pratiche cose che presiedono alle eventuali trattative di pace – a loro volta legate allo stato delle cose sul teatro di guerra.C'è una basilare concretezza che non si vuole considerare in questo contesto di guerra aperta ed eserciti contrapposti e città occupate: che la Russia ha già occupato una larga parte dei territori dell'Ucraina, in risposta alle guerre intestine del Donbass russofono e del Lugansk, le repubbliche auto secesse.E, come in ogni guerra passata, presente e le future, sono le condizioni sul terreno al momento in cui si fa partire la trattativa di una pace auspicata che dettano l'agenda e pongono le condizioni ultimative.Possiamo girarla e voltarla come più auspichiamo secondo fazione presa, ma la politica di guerra è stringente come nessun'altra e 'volare alto' e recitare le giaculatorie pie e nutrire le isterie e le retoriche patriottarde non ci fa fare alcun passo in avanti.La guerra si vince o si perde. Tutto il resto è fumo e noia di 'reportages' avvilenti ed esodi che potevamo risparmiarci con le buone politiche estere dei paesi Nato (che hanno lanciato il sasso e nascondono la mano) e le lungimiranze colpevolmente assenti al tempo delle stragi nel Donbass.https://www.ilgiornale.it/.../ucraina-golpe-targato-obama...
Giaculatorie e senso della realtà.
'Si fermino le armi' e 'no alla guerra' e 'pensiamo alla donne in fuga con i bambini' sono considerazioni largamente condivisibili e consolatorie, ma ci piacerebbe che non restassero sospese quali effimere nubi nei voli pindarici delle figure istituzionali di riferimento, id est il presdellarep e sua Santità reverendissima – che il Signore ce li conservi.Capisco che queste due figure, che tanta parte dell'audience pubblica occupano pur senza evidente costrutto, sono prestigiose e 'autorevoli', ma, ahinoi, le loro giaculatorie pie lasciano il tempo che trovano se non si agganciano alle considerazioni fondamentali e alle pratiche cose che presiedono alle eventuali trattative di pace – a loro volta legate allo stato delle cose sul teatro di guerra.C'è una basilare concretezza che non si vuole considerare in questo contesto di guerra aperta ed eserciti contrapposti e città occupate: che la Russia ha già occupato una larga parte dei territori dell'Ucraina, in risposta alle guerre intestine del Donbass russofono e del Lugansk, le repubbliche auto secesse.E, come in ogni guerra passata, presente e le future, sono le condizioni sul terreno al momento in cui si fa partire la trattativa di una pace auspicata che dettano l'agenda e pongono le condizioni ultimative.Possiamo girarla e voltarla come più auspichiamo secondo fazione presa, ma la politica di guerra è stringente come nessun'altra e 'volare alto' e recitare le giaculatorie pie e nutrire le isterie e le retoriche patriottarde non ci fa fare alcun passo in avanti.La guerra si vince o si perde. Tutto il resto è fumo e noia di 'reportages' avvilenti ed esodi che potevamo risparmiarci con le buone politiche estere dei paesi Nato (che hanno lanciato il sasso e nascondono la mano) e le lungimiranze colpevolmente assenti al tempo delle stragi nel Donbass.https://www.ilgiornale.it/.../ucraina-golpe-targato-obama...