Nebbie e dintorni

Tutto ben tenuto. Viaggi della memoria. (2)


Tutto ben tenuto. Viaggi della memoria. (2)E, se prendi il lago a sinistra in direzione di Chievolis dovrebbe, a un certo slargo della valle mostrarsi la punta del campanile del villaggio sommerso al tempo della costruzione della diga, ma stranamente, forse per serbare l'acqua in caso di ostinato protrarsi della siccità, niente affiora, nemmeno la croce sulla sommità a causa del livello metrico dell'invaso.E la strada, valicato il torrente ridotto a un rivolo, mostra due ponti in ferro dall'ampia arcata che sono un inno ingegneristico alla forza dell'arco sottostante che li sostiene, ma si restringe, poi, fino alle dimensioni di una ciclabile, sospesa chissà come alla cengia che la sostiene precariamente sull'abisso.Ed evito di guardare in giù perché una tale strada sembra un miracolo del precario permanere delle cose e l'augurio è che nessuno mi fronteggi perché, a marcia indietro, con lo sterzo da aggiustare ad ogni centimetro, cadere nella voragine è un grido lungo 500 metri ed uno schianto, ma quando arrivo allo slargo delle frazioni di Van e Clauz mi rendo conto che quel rischio non c'era.Abbandono. Un pugno di case chiuse e vuote di vita. Ballatoi sospesi di vecchie case che sono la fotografia virata in seppia delle mie colonie montane di settanta e più anni fa, tra le quali, però, la vegetazione ancora non ha ancora ripreso il suo spazio prorompente di foresta ricca di verzure diversissime e la ragione la vengo a sapere da una signora del paese prossimo.'Tutto chiuso e case vuote a Van. Un villaggio fantasma.' le dico, affacciato al finestrino della macchina. Mi guarda in tralice e risponde piccata: 'Si, ma tutto ben tenuto.'Come se la salvezza sul Tempo che tutto si mangia e svuota le case e riempie le tombe fosse contenuta in quel suo distico friulano di ostinata cura di quanto sopravvive: 'Tutto ben tenuto.'L'eternità degli avi nostri, avrebbe scritto Pier Paolo.
'Tutto ben tenuto'.