Nebbie e dintorni

Non possiamo perdere. I sogni e gli incubi (part two).


C.c.c.p. Non possiamo perdere. Le nebbie della perestroika....stupore, dicevo, per quella cosa immensa che finiva nel ludibrio e nell'osanna, di contro, del maledetto Occidente. L'Urss! L'unione delle repubbliche socialiste sovietiche - durata cinquant'anni e forgiata negli acciai di Stalingrado.C.c.c.p. - che un devoto comunista mio collega di lavoro, rabbioso capintesta della c.g.i.l traduceva, nelle ricorrenti manifestazioni di protesta: 'Col-caxxo-che-perdemo' e lo sottolineva con un gestaccio.L'Urss non poteva, non doveva perdere nell'immaginario dei numerosi e combattivi comunisti nostrani con in testa l'amatissimo Berliguer. Ne andava dell'idea di progresso, dell'idea nobile di socialismo, dell'immensa illusione operaia e contadina di 'non aver da perdere che le proprie catene'. Le catene dei proletari delle prime fabbriche di fine Ottocento che lavoravano dodici ore al giorno sotto schiavitù del 'siur parùn da li beli braghi bianchi' – il latifondista nullafacente e 'rentier' premiato senza meriti da una casuale fuoriuscita dai giusti lombi di una madre e padre 'giusti' nel portafoglio e nelle proprietà immobiliari.E invece, un brutto giorno, tutto si è fatto trasparente e nebbioso. Cadeva il muro che li divideva (gli stati satelliti ex urss) dal maledetto Occidente, si sfarinavano i confini, i popoli 'fratelli socialisti' chiedevano rabbiose indipendenze – come se, da sempre, le serpi in seno nei comitati centrali, avessero covato quei venefici desideri e rabbia contro la madrepatria Urss nutrice.E il buon samaritano con la voglia sulla pelata, il Gorbaciov di una malintesa e nebbiosa 'perestroika' se ne andava in giro per capitali ex nemiche a stringere le mani di Reagan, della Tatcher e perfino quella del papa – che non aveva divisioni ai confini, bensì un robusto consenso interno e internazionale per le sue manifeste idiosincrasie contro l'Urss e le invasioni/costrizioni ricorrenti e puntuali contro gli stati satelliti (Ungheria e Cecoslovacchia, per dirne due).E spargeva a piene mani l'idea di una pace possibile, della fine della guerra fredda, finalmente, ma niente di quel predicare e sognare futuri orizzonti di pace è rimasto, ad oggi – sebbene la nuova Russia del turbo capitalismo degli oligarchi avesse stretto legami solidi e collaborazioni economiche di peso. Vedi il 'gas russo' delle prossime pene e battere di denti e bollette stratosferiche da pagare sull'unghia pena la sospensione della fornitura. Grazie Draghi, uomo della provvidenza – e grazie a tutti i partiti che gli hanno fatto corona nella stupida affermazione di 'fedeltà atlantiche' e ubbidienze filo Nato 'più realisti del re'.E sarebbe bastata una cautela di massima e una presa di opportuna distanza dai falchi anglo-atlantici e una posizione di attesa neutralista per una guerra che durava da ben otto anni senza più troppa attenzione di parte occidentale per evitare la soccombenza delle economie e il precipitare nella miseria più nera di coloro che faticano ad arrivare a fine mese, maledizione!Fai buon viaggio, caro Gorbaciov, un buon viaggio nei silenzi e negli oblii della Storia. Che non ti userà troppa clemenza per le fragili illusioni che hanno nutrito la tua effimera politica di distensione est-ovest.La perestroika, già, quale effimera cogli..ata e nebbia di illusioni 'buoniste'.Le vecchie ruggini della guerra fredda non sono state grattate a fondo a sufficienza e l'idea della Russia nemica a prescindere è tornata a riaffiorare nelle menti piccine degli Stranamore americani bellicisti da sempre - e che rivendicano un ruolo di potenza globale ad onta di ogni evidenza di definitivo spostamento dell'asse economico verso est, verso la Russia e la Cina.Sarà guerra? La guerra per procura Nato è già in atto in Ucraina e, al largo di Taiwan, si guardano in cagnesco gli ammiragli delle opposte portaerei e incrociatori coi rispettivi binocoli.Non è ancora chiaro se voleranno le testate multiple termonucleari verso le popolose città americane e russe o cinesi, ma l'imbecillità dei presenti s-governanti è in piena evidenza e, temo, irrefrenabile, estote parati.Intanto, per quest'autunno che incede con lentezza indicibile, tenete pronte le coperte di lana e le vecchie tute da sci che non sono finite nei cassoni della Caritas. Ne avremo bisogno.(Fine)
IT.WIKIPEDIA.ORGPrimavera di Praga - WikipediaLa Primavera di Praga (in ceco Pražské jaro, in slovacco Pražská jar) è stato un periodo storico di liberalizzazione politica avvenuto in Cecoslovacchia all'epoca in cui questa era sottoposta al controllo dell'Unione Sovietica, dopo gli eventi successivi alla seconda guerra mondiale e nell'ambi...