Nebbie e dintorni

Congedi ed esili.


Miseria e splendore della fotografia. - 09 dicembre 2019E, forse, il miglior modo di elaborare il lutto per la 'città perduta' (come si diceva un tempo delle donne di atavico 'mestiere') è quello di prenderne le distanze, congedarsi dall'idea di 'heimat', 'casa', 'patria', 'luogo natale' e genitoriale e 'fare il turista', in questo momento splendido in cui la città è tornata a un numero di visitatori ragionevole e sostenibile grazie a 'l'acqua granda' che la rende preziosamente subacquea e onirica.E l'uso del grandangolo spinto ce la riconsegna fascinosa al modo di Canaletto, maestosa dei suoi palazzi e monumenti insigni, signora di se stessa e indifferente al formicaio universale che ne consuma i masegni.E ariosa, nei suoi vasti spazi acquei diserti delle 'grandi navi' e sospesa tra l'azzurro del cielo e lo smeraldo dell'acqua che lo riflette e se ne nutre.Miseria e splendore della fotografia che spezzetta, sottolinea, dettaglia e trascura, ad arte, di mostrare gli inevitabili angoli di degrado urbano.E, se il suo destino di 'donna di tutti' i visitatori del vasto mondo è segnato e irrimediabile – vedi la vendita che si è fatta del Catasto, memoria degli immobili e dei transiti proprietari degli avi, ad uso alberghiero e perfino Ca' Farsetti, in futuro, cederà le armi al turismo internazionale – ci si consola con il verso di una vecchia canzone che dei figli amatissimi che sono destinati a lasciarci, una volta svezzati e 'fatti uomini' e donne, diceva : '...perché è del mondo che sono figli.'E al mondo dei milioni di visitatori imbalsamati dalla sua bellezza la lasciamo senza più il dolore di Lucia Mondella per il suo lago.Finale congedo dalla genitrice.
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