Nebbie e dintorni

Satyagraha, Sati e lotta armata.


Ricordate la 'lotta armata' dei rivoluzionari nostrani degli orribili Settanta? Un pugno di 'marxisti immaginari' sacrificò la loro vita per un ideale di riscossa proletaria che non ci fu, non poteva esserci perché, nella seconda metà di quel secolo a noi prossimo, i mitici 'proletari' della agognata rivoluzione avevano ben più da perdere che le loro catene.E, invece, per gli eventi commoventi che ci vengono raccontati oggi dell'Iran dei pretoni islamici - che brandiscono una repressione assassina contro manifestanti inermi - a me viene in mente la 'Satyagraha' (https://it.wikipedia.org/wiki/Satyagraha) – la resistenza passiva quale venne insegnata dal Mahatma Ghandi ai tempi della sue battaglie politiche contro l'Impero britannico occupante.Ma, di fronte all'arrogante diktat para religioso dei pretoni islamici al potere – il velo delle donne come simbolo di una dominanza maschile spacciata come atavico e insopprimibile dettame religioso – la Satyagraha dei manifestanti iraniani, in gran parte giovani donne, rischia di consegnarci una mattanza, invece, una 'Sati' (http://www.indianepalviaggi.it/la-pratica-della-sati-le.../) post moderna con l'evidenza dei cadaveri in gran copia di giovani donne che si immolano sulla pira funebre (speriamo, formuliamo gli auguri) di un regime di s-governo islamico mille volte maledetto e che ha al suo attivo il terrorismo internazionale delle 'fatwe' assassine contro Salman Rushdie e contro la libertà di espressione che vige in Occidente - eseguite, in tutto o in parte, da immigrati islamici male o per nulla 'integrati' nei paesi di nuova accoglienza.E l'augurio è che quella lotta impari risulti vincente, prima o poi, ma l'evidenza di oggi è quella di un suicidio di massa, e se nessun altro ceto sociale decisivo (gli operai, l'esercito) si accosterà e si legherà al movimento di protesta 'Donne,vita,libertà', quel movimento entrerà presto nel cono d'ombra mortifero di un regime apparentemente invincibile.