Nebbie e dintorni

La letteratura nel pallone.


La letteratura nel pallone.Ci siamo ubriacati, in questa chiusura d'anno fatale, di palle rotolanti e prestanti giovanotti che la inseguono con maggiore o minore perizia nei palleggi e nei passaggi (che sono, più spesso, decisivi nel risultato finale del confronto). E sappiamo che una palla che rotola e rimbalza e viene rilanciata e va a segno ha vasta letteratura - perfino archeologica: di quando i giocatori, ai tempi dei Maya e degli Aztechi, offrivano la testa al fine di essere equiparati alle divinità.E sappiamo anche, e un po' ci indigna, che i giovanotti prestanti di oggi hanno compensi milionari (oggi Ronaldo ha sfiorato il miliardo, notizia di stamane) ed è, certo, un forte stimolo a dare il meglio di sé in campo - anche se il paragone con i Maya e l'entrata dei loro campioni nel mondo delle divinità tramite testa mozzata a fine partita ci dice che l'unica divinità nostra di contemporanei è il denaro, ahinoi, la deprecatissima 'farina del diavolo'.E la morte di Pelè a ridosso del Mondiale vinto dagli Argentini ha raddoppiato le dosi dei peana e degli osanna, e il defunto carioca è sugli altari e già assunto in vita nel paradiso degli atleti per le prodezze e acrobazie e fantasie e fraseggi di dribbling ripetuti, ma ieri sera mi è capitato di ascoltare, su Rai scuola, un uguale osanna di un nostro campione dimenticato e scrittore tra i massimi del Novecento, quel Gadda (Carlo Emilio) la cui scrittura sbalordisce come e più dei rimbalzi di testa e delle rovesciate acrobatiche di O' Rey – e mi corre l'obbligo di notare che la fisicità e il culto del corpo atletico hanno largamente la meglio, in questo nostro tempo, sulle prodezze della mente, sia essa vocata alla matematica, alla scienza o alla letteratura.Leggetevi questo passaggio – uno dei suoi tantissimi mirabili e che fanno gridare: 'Olè! - e ditemi se non vale la mitica rovesciata o un acrobatico colpo di testa di Pelé.(…) Così le vette del Vauro, obnubilate di alte nuvole, quasi pensieri. Il meccanismo segreto del mondo e di tutte le sue tecniche si celava dietro a quelle persone-enigmi affiorando in esse come in altrettanti simboli, o nel decoro di copertura di una benemerenza retrostante. Erano dunque, o parvero a Claudio, dei numi in atto di sorseggiare le loro limonate: spiriti assolutamente superiori al tintinnio effimero dei cucchiaini, se pure in preda, lì per lì, a un vasto rinfresco. (…) 'Claudio disimpara a vivere' – L'Adalgisa.E i due campioni, quello della pedata e il Nostro, ingegnere delle parole e frasi e chiose mirabili, hanno in comune il tristo cono d'ombra della senescenza e della malattia prima della morte – che 'pareggia tutte l'erbe del prato'.Di Pelè sappiamo tutto, per virtù di post moderni campioni a confronto che ne disputano la fama.Di Carlo Emilio si racconta, in ambiti protetti e nascosti ai più, che smise di scrivere per lunghi anni dopo i trionfi e si ridusse a larva rinsecchita, rinchiusa in un suo volontario bozzolo-prigione – e solo pochi amici andavano a trovarlo e gli leggevano le pagine dei 'Promessi Sposi'.
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