Nebbie e dintorni

Del vivere e del morire


Del vivere e del morire 08 marzo 2017Discutevamo di tutto con la passione che ci metto(eva)no i giovani al loro primo affacciarsi sulla scena della politica, la società, la religione. Un vero e proprio 'accanimento di dibattito': discussioni titaniche come se dall'esito di quelle nostre discussioni potesse uscire la soluzione definitiva dei problemi universali e un condivisibile riordino del caos del mondo.E perfino la morte la evocavamo e dominavamo dall'alto dei nostri diciotto/vent'anni - e sembrava un'ombra nera distante anni luce, che la nostra navicella spaziale ha, però, coperto in un 'fiat', maledizione! E oggi ci troviamo a confrontarci col ritratto in soffitta di Dorian Gray e la vita che ci residua tra le dita e ci mostra le ragnatele e le foto ingiallite del tempo caotico e crudele che abbiamo abitato. Une photo, viellie photo de ma jeunesse.E ho rivisto il suo ritratto sulla locandina di un giornale locale, il giorno dopo che era scoppiato il dibattito asfittico sulla 'dolce morte' del 'dj Fabo'. Una fotografia straordinaria a piena pagina che ne evidenziava la gentilezza dell'animo, che fu la nota distintiva del suo vivere, e insieme la rassegnazione per la malattia che ne aveva minato la forza e aperto la strada alla decisione finale di porre fine al terribile dolore oncologico in una clinica svizzera.E chissà se gli sono tornate a mente, negli ultimi istanti della sua vita, le accese discussioni che facevamo sulla liceità del suicidio e la piena disponibilità che abbiamo delle nostre vite in opposizione alle tesi dei vescovi e cardinali e papi che 'rendiamo l'anima a Dio', invece, e le nostre vite Gli appartengono e i suicidi si devo(oveva)no seppellire in terra sconsacrata perché, a sentir loro, è delitto di lesa maestà e proposito sempre e in ogni caso insano, qualunque sia la condizione che spinge al suicidio e l'insopportabilità del dolore che affligge i nostri corpi fragili.La più grande 'fake new' della storia dell'umanità: quella dell'esistenza di un Dio dispotico e crudele (o, forse, di un Dio tout-court) che ha condizionato la vita degli uomini e delle donne per i secoli seculorum e li ha costretti a gridare e stringere i denti per il dolore intollerabile sui letti maledetti delle loro morti prima di 'rendere l'anima' straziata a quel supposto iddio di cui solo in questi anni si mette radicalmente in dubbio l'esistenza e la provvidenza nei confronti degli esseri umani.Ed è incredibile il 'silenzio dei colpevoli' di tanto strazio: quegli ecclesiastici che troppo spesso mettono lingua falsa e bugiarda sulle vicende umane e hanno taciuto clamorosamente sulla vicenda del dj Fabo e su quella del 'veneziano che è andato a morire' in ugual modo, in modo dolce e umano, nella Svizzera che ci è maestra di vita e di umanità – forse vergognosi e/o rabbiosamente discordi in seno alla curia per la svolta misericordiosa di Francesco che non offre più nessuna certezza metafisica e di 'infallibilità' (finalmente!) e perfino sui gay è arrivato a dire: 'Chi sono io per giudicare?'Già. Chi sei tu, Francesco, in questi anni di incertezze globali e chi sono i tuoi seguaci e chi ti ha preceduto - che tanta insania di posizioni e proposizioni apodittiche e disumane avete sparso a piene mani nel corso dei secoli e nel tempo presente?
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