Nebbie e dintorni

Primavere siccitose.


Primavere siccitose e il canto degli universi.E' commovente camminare nella campagna che mostra i suoi primi fiori di pesco e le aiuole dei narcisi e vedere i contadini potare e fresare le zolle per la prossima semina incuranti della terra riarsa e della primavera siccitosa che vanifica i loro sforzi.E torna in mente quell'epopea contadina cantata da Giosuè Carducci (T'amo pio bove...) ma più dal Pascoli che ne faceva sprigionare la poesia dell'universo dai ciocchi sul fuoco:'E il ciocco arse e fu bevuto il vino (…) Era novembre. Già dormiva ognuno, / sopra le nuove spoglie di granturco. / Non c'era lume, ma brillava il cielo / d'un infinito riscintillamento. / E la Terra fuggiva in una corsa / vertiginosa per la molle strada, / e rotolava tutta in sé rattratta / per la puntura dell'eterno assillo. / E rotolando per fuggir lo strale / d'acuto fuoco che le ruma in cuore / ella esalava per lo spazio freddo / ansimando il suo grave alito azzurro. / (…) Noi scambiavamo rade le ginocchia / sotto le stelle. Ad ogni nostro passo / trenta miglia la Terra era trascorsa / coi duri monti e le maree sonore. (...)