Nebbie e dintorni

Mano sul cuore e si levi il canto.


Mano sul cuore e tutti in coro.Tra i soldati uccisi a via Rasella forse c'era anche un cuoco pasticcere e un giardiniere esperto o un muratore, gli storici indaghino e mostrino le loro accurate ricerche a 'quelli del pd' e di 'bella ciao' – che tutto nascondono dietro allo steccato filo resistenziale de: 'Erano nazisti. Meritavano di morire.' Okkei. Ma che altro si poteva essere in quei tempi di feroci contrapposizioni assolute se non 'nazisti' da un lato e, di contro, 'partigiani' e resistenti?Per la verità c'era il popolo. Il popolo indistinto, onda di marea che si abbatte sulla battigia quando i flutti della storia vengono fermati dall'incontro con la spiaggia.Un popolo, quello italiano, fitto di numerosi filo fascisti clamanti e a mano tesa all'insù nelle piazze, fino all'otto settembre, e di filo partigiani, poi, quando gli Alleati riuscirono a sbarcare sulle nostre spiagge.Il popolo dei 'tengo famiglia' che 'stanno a vedere' ansiosi di come vanno le cose prima di schierarsi con il vincitore e scendere in piazza festante con la bandierina di turno. Non si sa mai. I colpi di coda della Storia accadono, meglio essere prudenti.Non si sa mai chi sarà il vincitore fino alla fine, vedi l'Ucraina.Di tutta questa annosa polemica su via Rasella – che nulla aggiunge a quanto è stato già detto e dibattuto sulla opportunità di quell'azione militare e sulle sue nefaste conseguenze di cui alla rappresaglia delle Fosse Ardeatine – la cosa buona che notiamo è che ci fornisce una informazione in più su quegli accadimenti.Veniamo a sapere, infatti, che i 'nazisti' ammazzati erano dei suonatori, una banda musicale di tirolesi specializzati in valzer e mazurche stra paesane. Ma guai a dirlo, specie se a dirlo è la seconda carica dello Stato. Aita, aita delle vergini cucce custodi vestali delle Sacre Memorie del 25 Aprile.Guai a chi fornisce una diversa valutazione non in linea con le direttive dell'Anpi e dei partiti di riferimento e non intona il 'bella ciao' con la mano sul cuore.Tutto ciò che esula dalla definizione sprezzante e tombale di 'nazista' riferito ai morti ammazzati, per quei dessi sinistri delle pretestuose polemiche di ieri e di oggi è una bestemmia.Ma non sarà che ciò che li spaventa di più è proprio il vaglio del popolo pensante relativo all'opportunità di quella azione militare – se gli storici accerteranno, al di là di ogni ragionevole dubbio, che quei capi partigiani erano informati della rappresaglia annunciata e della strage che ne sarebbe conseguita?A distanza di tanti anni e di tanti studi e ricerche storiche dovremmo essere in grado di condividere una ricostruzione accettabile da entrambi gli schieramenti di quanto avvenne in via Rasella e stendere il pietoso velo della Storia che ci mostra in filigrana come il mondo degli uomini e delle donne sia conflittuale a prescindere e per atavica maledizione politica divina.Se perfino Cesare Pavese trovò parole di pietà per i morti fascisti (e venne perciò ostracizzato dai Soloni del pci, il partito con cui simpatizzava) i cui corpi sono stati dilaniati dallo schiacciasassi della Storia possibile che un bagliore di umana compassione mai illumini quei cervelli sinistri folgorati della narrazione unilaterale e coro relativo dei 'bella ciao'?Il commento. (R.C.)E ti do ragione. Dovrebbe essere semplice " storia" ormai. Bisognerebbe guardarla senza ideologie, sia da una parte che dall'altra. A me non ha mai convinto una cosa: ormai i nazisti erano alla frutta. Il Sud era perso da mesi. Mussolini e il suo Governo erano caduti. Si combatteva a Cassino. Insomma i tedeschi erano in ritirata con un piede già fuori da Roma ( strategicamente). Si sapeva che in ritirata diventavano feroci ( vedi al Sud). Belve che non andavano stuzzicate, non mentre stanno perdendo. Ormai anche loro sapevano di essere in procinto di perdere Roma.