Cafayate, 27 marzo 2019.E, a Cafayate, piccolo borgo antico degli altopiani andini, il tramonto è suggestivo e, nello sfilacciarsi delle case che aprono l'orizzonte lontano, capita di leggere le frasi d'amore degli adolescenti a caratteri cubitali sui muri – sempre le stesse, all over the world, forse con una nota aggiuntiva di ingenuità che nasce dall'isolamento del villaggio dove ancora 'la gente mormora'. E un filo di mormorio collettivo non è male e costituisce un sano 'controllo sociale', a dispetto di quanto scriveva Leopardi prigioniero del suo asfittico borgo antico e delle siepi 'che di tanta parte dell'ultimo orizzonte...'.E la religiosità qui è forte e la vedi dipinta perfino sui furgoni che passano per via - e le chiese sono stipate di bamboline e bambolini vestiti buffamente e sono i nostri santi Antonio, Chiara, Bartolomeo rinominati in castigliano e le madonne di ogni ricorrenza e umano bisogno (del Pilar, della Salute, del Rosario, Immacolata) dagli abiti coloratissimi della tradizione tessile di ogni villaggio.E l'alba si disegna trionfale sopra il monte con la luna piena 'in coppa' e l'aria è tersa e cristallina e camminare per la città ancora addormentata è suggerimento che si dà al viaggiatore accorto per meglio respirare le atmosfere del villaggio e immaginarsi abitante onorario della cinta urbana periferica dove dalle strade sterrate si alzano nugoli di polvere ad ogni passaggio dei camioncini scassati e i randagi ti abbaiano contro.E, nel corso della mattinata, mentre aspetto il pulmino dell'escursione quotidiana, mi capita di visitare una 'tienda' di prodotti tessili e dialogare duro con una ragazza che si dice esule venezuelana. Sventatamente, mi scappa di citare il leader Maduro che resiste impavido al golpe degli yankees di sempre. E la ragazza reagisce male e sbotta franca : 'Tenetevelo!' e si chiude in un rabbioso silenzio e capisco il suo dramma, ma la politica, come diceva quel tale, 'non è un pranzo di gala' e la vergognosa intromissione negli affari interni di un paese sovrano e la spudorata preparazione di un golpe e la minaccia di intervento armato da parte della solita C.i.a. dei mille nefasti internazionali mi fa venire in mente Allende con il mitra in pugno morto ammazzato dai militari golpisti - ed è ricordo intollerabile che da solo dovrebbe suggerire all'America di Trump di tenersi lontana le mille miglia dai paesi latino americani per almeno sette generazioni a venire.Sette volte sette.
Viaggi di ieri. Argentina.
Cafayate, 27 marzo 2019.E, a Cafayate, piccolo borgo antico degli altopiani andini, il tramonto è suggestivo e, nello sfilacciarsi delle case che aprono l'orizzonte lontano, capita di leggere le frasi d'amore degli adolescenti a caratteri cubitali sui muri – sempre le stesse, all over the world, forse con una nota aggiuntiva di ingenuità che nasce dall'isolamento del villaggio dove ancora 'la gente mormora'. E un filo di mormorio collettivo non è male e costituisce un sano 'controllo sociale', a dispetto di quanto scriveva Leopardi prigioniero del suo asfittico borgo antico e delle siepi 'che di tanta parte dell'ultimo orizzonte...'.E la religiosità qui è forte e la vedi dipinta perfino sui furgoni che passano per via - e le chiese sono stipate di bamboline e bambolini vestiti buffamente e sono i nostri santi Antonio, Chiara, Bartolomeo rinominati in castigliano e le madonne di ogni ricorrenza e umano bisogno (del Pilar, della Salute, del Rosario, Immacolata) dagli abiti coloratissimi della tradizione tessile di ogni villaggio.E l'alba si disegna trionfale sopra il monte con la luna piena 'in coppa' e l'aria è tersa e cristallina e camminare per la città ancora addormentata è suggerimento che si dà al viaggiatore accorto per meglio respirare le atmosfere del villaggio e immaginarsi abitante onorario della cinta urbana periferica dove dalle strade sterrate si alzano nugoli di polvere ad ogni passaggio dei camioncini scassati e i randagi ti abbaiano contro.E, nel corso della mattinata, mentre aspetto il pulmino dell'escursione quotidiana, mi capita di visitare una 'tienda' di prodotti tessili e dialogare duro con una ragazza che si dice esule venezuelana. Sventatamente, mi scappa di citare il leader Maduro che resiste impavido al golpe degli yankees di sempre. E la ragazza reagisce male e sbotta franca : 'Tenetevelo!' e si chiude in un rabbioso silenzio e capisco il suo dramma, ma la politica, come diceva quel tale, 'non è un pranzo di gala' e la vergognosa intromissione negli affari interni di un paese sovrano e la spudorata preparazione di un golpe e la minaccia di intervento armato da parte della solita C.i.a. dei mille nefasti internazionali mi fa venire in mente Allende con il mitra in pugno morto ammazzato dai militari golpisti - ed è ricordo intollerabile che da solo dovrebbe suggerire all'America di Trump di tenersi lontana le mille miglia dai paesi latino americani per almeno sette generazioni a venire.Sette volte sette.