Nebbie e dintorni

La trappola di Cambridge.


La trappola di Cambridge. - 11 giugno 2016'La verità su Giulio Regeni', quel soprassalto retorico che ha infiammato il nostro paese – immemore di tutte le altre verità taciute o mal o mai indagate (le molte stragi italiche, ad esempio) – si arena, come era prevedibile, sulla spiaggia di Cambridge, luogo di silenzi colpevoli e di verità che mai verranno a galla, se son veri i sospetti che avanzavo fin dall'inizio di questa storia che non di una asettica ricerca universitaria da topo d'archivio si trattasse, bensì di un metter le mani e gli occhi e perfino dei soldi in un vespaio assassino, (tale è l'Egitto della satrapia militare di Al sisi), per conto di qualche servizio segreto occidentale interessato o incaricato di destabilizzare quell'area di immani conflitti post moderni e vera bocca d'inferno delle tragedie islamiche che affliggono/eranno l'Europa.Qualcosa di simile a quello che si mostra nei primi venti minuti del film 'I tre giorni del Condor', per intenderci, e l'unico dubbio che ho è sul ruolo di Regeni: se di un ingenuo ricercatore male informato dei rischi legati alla sua ricerca o, invece, persona ben 'informata sui fatti' e sulle potenzialità venefiche delle vespe assassine che sarebbe andato a disturbare – un dubbio che non sarà mai sciolto; e il resto della storia è scritto sul suo corpo orrendamente straziato dalle torture.E quella dolente figura di madre che va peregrinando di lido in lido e di video in video chiedendo e impetrando una impossibile verità sul figlio morto è figura tragica di un mito antico destinato a riproporsi nel tempo presente e futuro. Madre di verità taciute o negate, madre di dolori al cui passaggio alcuni si inchinano retoricamente e altri, platealmente, si girano di spalle e si attengono rigidamente ai consigli dei loro legali. L'onta di Cambridge.
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