Nebbie e dintorni

Democrazie imposte.


Back to Syria  - 04 agosto 2015(....) E se si eccettua quell'artista che, fuori dal padiglione espositivo, si compiace di mostrarci il mondo riflesso e deformato sui grandi cubi e parallepipedi di lucido acciaio che lo specchiano, all'interno è una desolazione di piedi tagliati in processione che salgono su piedistalli di rovine - e non è una metafora della situazione di rovina e distruzione e macerie di quel paese, bensì la pura descrizione di quanto vi accade a causa della guerra civile e religiosa tra fazioni impazzite e califfati redividivi e gole tagliate. E una musica dolentissima tutto pervade di quell'ambiente e, dietro un muro, scopri che è la colonna sonora di un video dove si mostrano ancora morte e rovine e macerie e imbecilli dell'Isis al lavoro con la mazze che distruggono le antiche statue degli avi sumeri. E poco consola che, nel finale, il video si riavvolga e si mostri una ricostruzione virtuale improbabile delle statue distrutte data dallo scorrimento all'indietro della pellicola, perché qui pietà e speranza 'l'è morta' - e al Medioevo di ritorno non c'è rimedio finché morte non ce li separi, quei combattenti e contendenti in nome di un islam che più tristo e folle non si può e inadeguato a coniugarsi con la modernità - e con l'Europa che si popola di profughi chissà che futuro gramo si disegna sull'orizzonte del nostro futuro.