Vangeli del post moderno.Se un arci vescovo di Sanremo si scontra con un presidente dell'Arci gay son subito scintille.Perché le cariche elettriche sono negative, come sapete, e all'arcivescovo non fate sapere come sono buone certe pere del post moderno.'Torni nel 21 secolo secolo', tuona l'arci presidente esimio al suo deutero agonista, lasciando intendere che Sodoma ha trionfato e nessun incendio divino più può punirla e arrostirla - e l'arci vescovo c'è rimasto di sale come la moglie di Lot, il virtuoso preteso delle vetuste narrazioni.Non ha tutti i torti, l'arci esimio dei gay associati.Il tempo è dalla sua parte e che ci facciamo tutti un po' i caxxi nostri, da qualche decennio a questa parte senza tema di castighi infernali, è ben vero e le messe e le chiese e i confessionali vanno diserti (chi si sogna più di confessare: 'Ho trombato recto e verso, padre, mi assolva.') e le alcove, invece, sono stra piene e i giornaletti scandalistici dell'estate ci raccontano con foto di tette al vento e tatuaggi e scarso testo di chi è andato con chi e chi, invece, l'ha preso in saccoccia e gira con grandi palchi di corna – come ha raccontato agli esterrefatti presenti alla festa quel tale di Torino che la fedifraga compulsiva stava per sposare.Il fatto è che siamo in presenza di vangeli contrapposti. Quello dell'arci vescovo lo conosciamo per aver studiato religione da ragazzi e, passati duemila e più anni di storia, chi se ne frega di tutto quell'ambaradan salvifico e delle narrazioni relative e accessorie. Tutt'al più, in punto di morte, l'estrema unzione e chi s'è visto s'è visto.Quello dell'arci esimio, invece, è ancora in piena elaborazione nelle cronache e passa per l'odiata legge 40 e, di contro, per le fecondazioni eterologhe e gli uteri in affitto e tutte le altre diavolerie del post moderno che i devianti della post moderna Sodoma ci vogliono rifilare come 'diritti' e amore diverso e più largo e meno asfittico.E ci sono gli apologhi della Murgia, trionfanti in tivù e sulla stampa embedded, sulla famiglia queer e gli uomin3 e le donn3 lgbtqrstz che sarebbero 'figli dell'anima', che cari! – e il ricorso a termini para religiosi (l'anima) ce la dice 'teologa' post moderna fatta e finita e va a finire che 'Dio è nero' o è gay, a seconda delle necessità e urgenze.Appuntamento a fra dieci anni su questi schermi per capirci qualcosa di più di questo Vangelo queer in formazione e schiere di apostoli battaglieri che ci stupisce e ci manda in confusione e davvero 'non c'è più religione', mannaggia, e al confessore non so più cosa raccontare, di questi tempi.Finirò per confidare in Giosafatte. Ci sarà pure, colà, un 'giudice a Berlino' che la sa giusta e rimette le cose (e i peccatori) a posto.
Vangeli del post moderno...
Vangeli del post moderno.Se un arci vescovo di Sanremo si scontra con un presidente dell'Arci gay son subito scintille.Perché le cariche elettriche sono negative, come sapete, e all'arcivescovo non fate sapere come sono buone certe pere del post moderno.'Torni nel 21 secolo secolo', tuona l'arci presidente esimio al suo deutero agonista, lasciando intendere che Sodoma ha trionfato e nessun incendio divino più può punirla e arrostirla - e l'arci vescovo c'è rimasto di sale come la moglie di Lot, il virtuoso preteso delle vetuste narrazioni.Non ha tutti i torti, l'arci esimio dei gay associati.Il tempo è dalla sua parte e che ci facciamo tutti un po' i caxxi nostri, da qualche decennio a questa parte senza tema di castighi infernali, è ben vero e le messe e le chiese e i confessionali vanno diserti (chi si sogna più di confessare: 'Ho trombato recto e verso, padre, mi assolva.') e le alcove, invece, sono stra piene e i giornaletti scandalistici dell'estate ci raccontano con foto di tette al vento e tatuaggi e scarso testo di chi è andato con chi e chi, invece, l'ha preso in saccoccia e gira con grandi palchi di corna – come ha raccontato agli esterrefatti presenti alla festa quel tale di Torino che la fedifraga compulsiva stava per sposare.Il fatto è che siamo in presenza di vangeli contrapposti. Quello dell'arci vescovo lo conosciamo per aver studiato religione da ragazzi e, passati duemila e più anni di storia, chi se ne frega di tutto quell'ambaradan salvifico e delle narrazioni relative e accessorie. Tutt'al più, in punto di morte, l'estrema unzione e chi s'è visto s'è visto.Quello dell'arci esimio, invece, è ancora in piena elaborazione nelle cronache e passa per l'odiata legge 40 e, di contro, per le fecondazioni eterologhe e gli uteri in affitto e tutte le altre diavolerie del post moderno che i devianti della post moderna Sodoma ci vogliono rifilare come 'diritti' e amore diverso e più largo e meno asfittico.E ci sono gli apologhi della Murgia, trionfanti in tivù e sulla stampa embedded, sulla famiglia queer e gli uomin3 e le donn3 lgbtqrstz che sarebbero 'figli dell'anima', che cari! – e il ricorso a termini para religiosi (l'anima) ce la dice 'teologa' post moderna fatta e finita e va a finire che 'Dio è nero' o è gay, a seconda delle necessità e urgenze.Appuntamento a fra dieci anni su questi schermi per capirci qualcosa di più di questo Vangelo queer in formazione e schiere di apostoli battaglieri che ci stupisce e ci manda in confusione e davvero 'non c'è più religione', mannaggia, e al confessore non so più cosa raccontare, di questi tempi.Finirò per confidare in Giosafatte. Ci sarà pure, colà, un 'giudice a Berlino' che la sa giusta e rimette le cose (e i peccatori) a posto.