Nebbie e dintorni

Dimenticare la Scienza.


Dimenticate la scienza, quella delle salvezze, quella che, ad onta delle guerre e delle pandemie e delle morti, progrediva nella conoscenza delle leggi naturali e ci faceva fantasticare di allunaggi e di 'ammartaggi' (?) prossimi venturi e l'uomo prossimo a muovere i suoi primi passi fuori dalla confortevole atmosfera del pianeta Terra.L'uomo, la Bestia che governa la Conoscenza, il malaccorto Faust degli alambicchi e della pietra filosofale, il rachitico figlio di Prometeo alla sua prima crociata nel vuoto del Cosmo.Quella scienza salvifica delle 'magnifiche sorti e progressive' – nelle illusioni degli scienziati e dei professori - si è spiaggiata sulla conoscenza applicata prevalentemente alla guerra, ha partorito i maledetti droni ronzanti, fastidiose zanzare di morte, e tenuto a battesimo la Bomba che un presidente americano non ha avuto scrupoli di sperimentare sulle città dei mitici 'civili' (da salvaguardare sempre, gridano le anime belle pro Hamas nelle manifestazioni).Gli abitanti di Hiroshima e Nakasaki (e, prima, ci furono i 200.000 morti di Dresda sotto un oceano di bombe) sono stati vaporizzati con elegante 'souplesse' politica e quel presidente vittorioso, osservando il suo deserto di morte, ha ripetutamente schernito il fisico che la Bomba ha inventato tacciandolo di 'pappamolla' poco patriottico.Dall'Ucraina alla guerra di Gaza la mitica Conoscenza si è piegata all'idea di distruzione e di morte.'La terza guerra mondiale a pezzi', dicono i telegiornalisti scimmiottando una infelice espressione di Francesco. E dovremmo smetterla di evocarla perché il ripetere ossessivo di quell'espressione maledetta la rende sempre più reale e una bella mattina ascolteremo i peana di guerra e gli ultimatum incrociati delle nazioni alleate dell'Occidente contro l'Oriente dei prossimi equilibri geo strategici post bellici.Sempre che si diano equilibri futuri nella tempesta di bombe e di missili che ci accomunerà quali molecole combuste dentro ai mille funghi termonucleari che insorgeranno qua e là fuori dalle velenose ife del pianeta glorioso che fu degli uomini e delle donne.