Nebbie e dintorni

Il tempo dell'odio e il tempo della speranza.


 Se c'è una rivelazione sulla questione 'Gaza' non è la guerra.Quella c'è da sempre, è la risoluzione politica del dramma storico delle contrapposizioni dei due popoli con altri mezzi, quelli militari, appunto.E la cosa sembra piacere ai palestinesi che hanno votato in larga maggioranza Hamas conoscendo la bestia. Si vota il partito che ha nello statuto di fondazione la distruzione di Israele – va da sé che, ad anni alterni, partono i razzi ed i commando assassini fuori dalla Striscia ed Israele dà inevitabile mostra di potenza militare 'giusta' e replica con le armi più potenti e decuplica i morti nell'orrenda metropoli della miseria.La rivelazione, quindi non è la guerra – alla quale non possiamo opporre altro che i vani appelli alla tregua e 'all'umanità' di una impossibile risposta militare controllata. Eradicare Hamas da Gaza è operazione chirurgica dolorosa che agisce sulle molte metastasi civili accumulate in anni di complicità e compiacenza della popolazione 'martire' che ospita i covi e le postazioni dei razzi.La rivelazione è che Gaza è una città da sempre assistita ed a totale carico 'umanitario' della pelosa e stupida carità internazionale. Miliardi su miliardi di dollari ed euro vengono convogliati in questo orrido campo profughi dell'odio permanente perché non diano problemi.Esorcismo della bomba demografica che scoppierebbe tra le mani dei leaders dei paesi vicini ancorché 'amici' dei palestinesi. Ecco allora l'Egitto che tiene chiuso il valico di Rafah perché 'abbiamo già dato' – e accogliere nuova popolazione palestinese significa introiettarne i drammi e le memorie di orrore e l'odio conseguente coltivato negli anni dalle generazioni nuove.Natural born killers potenziali come quelli che 'accogliamo' noi in Europa - e chiudiamo le frontiere solo quando i killers scorrazzano liberi e felici con i kalashnikov ed i coltelli in mano nelle piazze, nei teatri (Bataclan), nelle promenades (Nizza), negli aeroporti, nei supermercati.La trista politica dell'accoglienza stupida dell'Unione europea iper accogliente e tanto tanto buona. Praticamente buonista.E quando guardo i meravigliosi documentari che ci raccontano le mirabilie delle città future a cui sono destinati i nostri figli ed i nipoti che abbandoneranno i villaggi e la campagna – e le illustrano 'green' e con i grattacieli di nuova concezione tutti avvolti dal 'verde verticale', mi chiedo se non sarebbe stato meglio indirizzare negli anni i soldi dell'assistenza pelosa destinata ai poveri di Gaza (poveri per sempre ad onta degli aiuti, ma una larga parte di quei soldi spesi per armamenti e progetti di distruzione di Israele), a finanziare i progetti dei bravi architetti che disegnano il futuro e abbattono le case della miseria solo per costruire una futura Dubai a Gaza e dare lavoro a quei tali degli esodi e della mattanza.Il lavoro, si sa, impegna le menti e le mani e le distoglie dall'odio e dà forma ad un futuro diverso.Vabbè, sono sogni, lo so. Il mio è il disegno naif di una fragile utopia - ad esorcismo della distopia presente dell'odio e delle morti presenti e le future.Andate avanti voi con i carri armati e con i razzi e fate tabula rasa, cosa più concreta e cogente e presente.Gli architetti verranno dopo, molto dopo.C'è tempo per la speranza.