· Questioni capitali - 25 ottobre 2015Si, lo so che tutti voi eravate in spasimante attesa delle determinazioni del Sinodo dei vescovi sulla famiglia e tremavate interiormente ed eravate in gravi ambasce per ciò che avrebbero deciso quei soloni buffamente vestiti in nero-viola in merito alla comunione per i divorziati.Una questione di lana caprina che, confrontata con le chiese vuote e solo sparuti gruppi di anziani a fare presenza e dare testimonianza di una fede che residua nelle coscienze come un libro di cui si ricorda vagamente l'incipit e la trama e si impolvera e ingiallisce sugli scaffali, è come dire: 'non c'è più religione' - e la questione dei divorziati che chiedono a gran voce di tornare alla 'comunione' riguarda, forse, uno 'zero virgola' della popolazione e ci muove il sorriso.E coerenza vorrebbe che ognuno aggiornasse anche questo capitolo della sua vita privata - dopo il fracasso delle lobbies gay che 'chi sono io per giudicare' e la misericordia spalmata come marmellata su ogni questione del vivere civile - e chi divorzia si mettesse l'anima in pace e registrasse i tempi nuovi del distacco e definitivo commiato tra la società laicizzata e le vecchie remore religiose buone solo per i musei e i raduni reducistici del 'come eravamo' e 'come sarebbe bello se...'.E quello che stupisce e infastidisce del servaggio di stampa, e le televisioni tutte prone a un verbo vaticano quasi come alle balle quotidiane del Renzi/Berlusconi di turno, è che il 'sinodo dei vescovi' conquisti ancora le prime pagine e le aperture dei tigi. Sarà perché non c'era altro di meglio da gridare e sbattere in prima pagina, dal momento che le migrazioni sono entrate nel cono d'ombra delle stanche ripetizioni e dei numeri impazziti e delle tende bruciate davanti ai 'muri' che finalmente si erigono anche in Slovenia (in Italia no, ci mancherebbe: apriti cielo!), sia pure con colpevole ritardo?E tutto questo parlare e offrire visibilità a senso unico alle supposte questioni religiose e ai vescovi fedeli alla Dottrina e ai papi misericordiosi che faticosamente mediano e tutto perdonano del Male e dei peccati del mondo continua a meravigliarci per la ridicola piaggeria giornalistica di cui si potrebbe finalmente fare a meno – in tempi in cui la politica si è sganciata dalle influenze vaticane (?) e la Dc è morta e sepolta e solo qualche suo zombie ancora circola nottetempo fuori dal Parlamento.Perché, vedete, è come se sui giornali e sulle tivù dell'India comparissero, un giorno si e l'altro pure, le diverse e contrastanti interpretazioni dei sadhu e dei grassi sacerdoti dei templi su quanto è misericorde Ganesha dalla zanna spezzata e sul perché tiene la gamba levata in effige.Gravi questioni filosofico-religiose che pure meritano attenzione - non foss'altro che per capire se gli induisti (gli islamici no; si pentano e si convertano ed espungano i maledetti terroristi dalle loro fila) entreranno in paradiso post mortem o se un tale orizzonte sia riservato solo ai cattolici non divorziati e alle famiglie tradizionali.
Questioni capitali
· Questioni capitali - 25 ottobre 2015Si, lo so che tutti voi eravate in spasimante attesa delle determinazioni del Sinodo dei vescovi sulla famiglia e tremavate interiormente ed eravate in gravi ambasce per ciò che avrebbero deciso quei soloni buffamente vestiti in nero-viola in merito alla comunione per i divorziati.Una questione di lana caprina che, confrontata con le chiese vuote e solo sparuti gruppi di anziani a fare presenza e dare testimonianza di una fede che residua nelle coscienze come un libro di cui si ricorda vagamente l'incipit e la trama e si impolvera e ingiallisce sugli scaffali, è come dire: 'non c'è più religione' - e la questione dei divorziati che chiedono a gran voce di tornare alla 'comunione' riguarda, forse, uno 'zero virgola' della popolazione e ci muove il sorriso.E coerenza vorrebbe che ognuno aggiornasse anche questo capitolo della sua vita privata - dopo il fracasso delle lobbies gay che 'chi sono io per giudicare' e la misericordia spalmata come marmellata su ogni questione del vivere civile - e chi divorzia si mettesse l'anima in pace e registrasse i tempi nuovi del distacco e definitivo commiato tra la società laicizzata e le vecchie remore religiose buone solo per i musei e i raduni reducistici del 'come eravamo' e 'come sarebbe bello se...'.E quello che stupisce e infastidisce del servaggio di stampa, e le televisioni tutte prone a un verbo vaticano quasi come alle balle quotidiane del Renzi/Berlusconi di turno, è che il 'sinodo dei vescovi' conquisti ancora le prime pagine e le aperture dei tigi. Sarà perché non c'era altro di meglio da gridare e sbattere in prima pagina, dal momento che le migrazioni sono entrate nel cono d'ombra delle stanche ripetizioni e dei numeri impazziti e delle tende bruciate davanti ai 'muri' che finalmente si erigono anche in Slovenia (in Italia no, ci mancherebbe: apriti cielo!), sia pure con colpevole ritardo?E tutto questo parlare e offrire visibilità a senso unico alle supposte questioni religiose e ai vescovi fedeli alla Dottrina e ai papi misericordiosi che faticosamente mediano e tutto perdonano del Male e dei peccati del mondo continua a meravigliarci per la ridicola piaggeria giornalistica di cui si potrebbe finalmente fare a meno – in tempi in cui la politica si è sganciata dalle influenze vaticane (?) e la Dc è morta e sepolta e solo qualche suo zombie ancora circola nottetempo fuori dal Parlamento.Perché, vedete, è come se sui giornali e sulle tivù dell'India comparissero, un giorno si e l'altro pure, le diverse e contrastanti interpretazioni dei sadhu e dei grassi sacerdoti dei templi su quanto è misericorde Ganesha dalla zanna spezzata e sul perché tiene la gamba levata in effige.Gravi questioni filosofico-religiose che pure meritano attenzione - non foss'altro che per capire se gli induisti (gli islamici no; si pentano e si convertano ed espungano i maledetti terroristi dalle loro fila) entreranno in paradiso post mortem o se un tale orizzonte sia riservato solo ai cattolici non divorziati e alle famiglie tradizionali.