Il volto del Pantocratore e le altre storie.Ormai prossimi a Pasqua ho difficoltà nell'immaginare il volto del Pantocratore.E' vero che abbondano le immagini del Cristo Risorto che levita leggero con il suo stendardo verso la Ionosfera e oltre, ma quello è il Cristo, il Figlio del Dio Vivente, come ci suggeriscono le Scritture e l'abbiamo studiato nell'ora di religione.Ma che volto e figura ha il Pantocreatore – a parte quella che Michelangelo ci ha rappresentato nella volta della Cappella Sistina che offre il magico dito all'Uomo Primitivo - suo fresco conio nel Paradiso Terrestre? Tralasciamo, per il momento, la storia della costola di Adamo per non incorrere nelle ire di quelle che: '… e con il maledetto patriarcato come la mettiamo? Lo vedete che è un problema atavico? (emoj rabbiosetto)'.No, davvero, questa storia del volto del Pantocreatore non è uno sfizio del momento pasquale e un mio affanno atavico.E' roba da alta filosofia, da teologia applicata perché le Scritture, ben gestite dagli uomini in tonaca nera e galero (il cappelletto cardinalizio), ci suggeriscono un legame fondamentale tra Cielo e Terra: che siamo stati creati ad immagine e somiglianza di quel Desso impronunciabile (non nominare il nome di … invano).E, a parte la bestemmia di pensare Colui-che-tutto-può simile in tutto o in parte a certi figuri delle nostre cronache di nera, femminicidi e dintorni, il problema di noi divina discendenza pretesa è tutto da studiare ed aggiornare, in questi nostri tempi di scetticismo scientista e ben due millenni che ci dividono dall'apparizione del Figlio suo diletto in terra di Palestina, oggi dilaniata dagli odi contrapposti.E sarà mica alla fisica quantistica che dobbiamo rivolgere le nostre attenzioni – e pensare il Grande Vecchio della Sistina dal dito accattivante ridotto ad un neutrino piccolo, piccolo: la 'particella di Dio' – come lo hanno definito quei buontemponi degli scienziati?No, troppo riduzionista, troppo astratto. Di questo passo ridurremmo la meravigliosa Creazione dei fiori, dei pesci e degli uomini ad una asettica esplosione galattica, ad un Big Bang gravitazionale e i mondi in formazione che sibilano nel vuoto del Cosmo sempre più lontani.E saltano tutte le correlazioni con la fisica classica e con l'uomo che ne è l'incarnazione sempre interrogante e dubitoso.Temo che la Cosa non avrà soluzione, quantomeno nel breve periodo.Ci resta la consolazione di ritrovarci tutti quanti siamo e siamo stati nella mitica Valle di Giosafatte ed abbracciarci di bel nuovo ed indicarci festosi con il dito: 'Anche tu qui?!'Mitico (ed unico) luogo in cui la morte ci riunirà e sanerà quel vulnus pronunciato il dì del matrimonio '...finchè morte non vi separi.'The end e lacrime di gioia.
Volti inconoscibili.
Il volto del Pantocratore e le altre storie.Ormai prossimi a Pasqua ho difficoltà nell'immaginare il volto del Pantocratore.E' vero che abbondano le immagini del Cristo Risorto che levita leggero con il suo stendardo verso la Ionosfera e oltre, ma quello è il Cristo, il Figlio del Dio Vivente, come ci suggeriscono le Scritture e l'abbiamo studiato nell'ora di religione.Ma che volto e figura ha il Pantocreatore – a parte quella che Michelangelo ci ha rappresentato nella volta della Cappella Sistina che offre il magico dito all'Uomo Primitivo - suo fresco conio nel Paradiso Terrestre? Tralasciamo, per il momento, la storia della costola di Adamo per non incorrere nelle ire di quelle che: '… e con il maledetto patriarcato come la mettiamo? Lo vedete che è un problema atavico? (emoj rabbiosetto)'.No, davvero, questa storia del volto del Pantocreatore non è uno sfizio del momento pasquale e un mio affanno atavico.E' roba da alta filosofia, da teologia applicata perché le Scritture, ben gestite dagli uomini in tonaca nera e galero (il cappelletto cardinalizio), ci suggeriscono un legame fondamentale tra Cielo e Terra: che siamo stati creati ad immagine e somiglianza di quel Desso impronunciabile (non nominare il nome di … invano).E, a parte la bestemmia di pensare Colui-che-tutto-può simile in tutto o in parte a certi figuri delle nostre cronache di nera, femminicidi e dintorni, il problema di noi divina discendenza pretesa è tutto da studiare ed aggiornare, in questi nostri tempi di scetticismo scientista e ben due millenni che ci dividono dall'apparizione del Figlio suo diletto in terra di Palestina, oggi dilaniata dagli odi contrapposti.E sarà mica alla fisica quantistica che dobbiamo rivolgere le nostre attenzioni – e pensare il Grande Vecchio della Sistina dal dito accattivante ridotto ad un neutrino piccolo, piccolo: la 'particella di Dio' – come lo hanno definito quei buontemponi degli scienziati?No, troppo riduzionista, troppo astratto. Di questo passo ridurremmo la meravigliosa Creazione dei fiori, dei pesci e degli uomini ad una asettica esplosione galattica, ad un Big Bang gravitazionale e i mondi in formazione che sibilano nel vuoto del Cosmo sempre più lontani.E saltano tutte le correlazioni con la fisica classica e con l'uomo che ne è l'incarnazione sempre interrogante e dubitoso.Temo che la Cosa non avrà soluzione, quantomeno nel breve periodo.Ci resta la consolazione di ritrovarci tutti quanti siamo e siamo stati nella mitica Valle di Giosafatte ed abbracciarci di bel nuovo ed indicarci festosi con il dito: 'Anche tu qui?!'Mitico (ed unico) luogo in cui la morte ci riunirà e sanerà quel vulnus pronunciato il dì del matrimonio '...finchè morte non vi separi.'The end e lacrime di gioia.