Nebbie e dintorni

Il male necessario e l'infelicità.


Maledette Primavere - 14 marzo 2014L'umanità non è felice. Almeno ad ascoltare alla radio, la mattina, chi ci legge le prime pagine dei giornali. C'è uno iato tra quanto apprendiamo dalle radio/televisioni e dai giornali e quel che ci capita di osservare a spasso per la città: i sorrisi e i saluti tra le persone e le esultazioni dei bimbi che giocano e i cani che si rincorrono.Come se i giornali e le tivù si fossero dati il compito istituzionale di ricordarci che la felicità/serenità del nostro vivere quotidiano è illusione miope ed effimera e che il dolore dei rifugiati siriani nei campi profughi e le lotte tribali e religiose nel sud Sudan e la Cecenia schiacciata dal tallone dell'ex padre-padrone russo sono la norma, invece, l'orizzonte di riferimento del Male necessario e inestirpabile dalla storia dell'evoluzione umana.E davvero è sorprendente e angosciante questo suo prevalere (del Male) e 'dettare l'agenda' delle vite nostre – e ancora non mi capacito di cosa sia davvero accaduto in Siria, or sono tre anni fa, e del chi contro chi di quella guerra civile da nessuna prevista contro una dittatura tutto sommato 'soft' che, paragonata a quanto è avvenuto dopo lo scoppio del conflitto, ci sembra un delitto che quei gruppi e fazioni l'abbiano criticata armi alla mano e sperato di spazzarla via sull'onda delle 'primavere arabe'.E dirle 'primavere', con tutti quei morti ammazzati e gli orizzonti futuri bui e quantomai incerti, è ironia feroce e sembrano 'inverni', invece di un'umanità che non sa che sia il meglio per sé e come, spesso, il meglio sia nemico del bene - e 'si stava meglio quando si stava peggio', vecchio adagio che resiste invitto e mai contestato, ahinoi.