Lost in translation. (La democrazia nel migliore dei mondi possibili.)Se ipotizzate un vostro viaggio in Russia (pare che qualcuno riesca a farlo, malgrado le severe sanzioni e la demonizzazione del 'nemico russo' degli isterici bellicisti Nato nostrani) è bene che consideriate le grandezze del paese che volete visitare.Non parlo delle grandezze letterarie dei molti suoi scrittori e poeti e dei suoi pittori valenti - che Ca' Foscari, a Venezia, ci ha 'mostrato' (mostre bellissime a cura dei professori e degli studenti della facoltà di lingue orientali) in anni recenti e meno disgraziati dei presenti: di stupida follia bellica ed esaltazioni fuori misura e fuori contesto di una pretesa 'patria ucraina' fitta di nazistoni Azov (vedi su Wikipedia la nascita infelicissima e controversa di quella nazione oggi in guerra per procura Nato).Parlo delle grandezze geografiche, invece, della vastità degli orizzonti della nazione russa – e dovrete, di conseguenza, predisporre un piano di viaggio accurato che vi porterà nella mitica Siberia (considerate la stagione per voi migliore, l'estate è quella che vi raccomando, data la latitudine).E spingetevi fino alla penisola Kamcatka, terra di frementi vulcani, e visitate le meravigliose isole Curili, anch'esse vulcaniche e soggette a frequenti terremoti a causa della subduzione della placca del pacifico che si inabissa sotto alla placca di Ochotsk nel profondo del mare-oceano (una fossa marina di oltre 9000 metri di profondità).E, se siete amanti degli orizzonti insulari, potete espandere il vostro itinerario di viaggio fino alle isole Commodoro e sarete prossimi alla mitica Alaska degli stra maledetti yankees insensatamente bellicisti e potrete, se del caso, visitare le Aleutine e proseguire il viaggio in direzione est e tornare a casa per la via atlantica.Un viaggio da post moderni Marco Polo – ma c'è da credere che difficilmente vi sarà concesso il visto, al valico delle Aleutine, a causa del presente scontro militare con la Russia fortemente voluto dagli Stranamore del Pentagono e dal loro capo in testa in pieno fervore/livore senile.Tutto questo vi richiamo e vi illustro per sottolineare che il governo di un paese di quelle proporzioni geografiche e dei popoli assai diversi che lo abitano è cosa assai complessa e da 'far tremar le vene ai polsi', come dice il Poeta - e un giudizio ponderato che volessimo dare di chi lo governa oggi non può prescindere da questo dato oggettivo e dalla storia politica straordinaria che ha fatto seguito alla caduta dello Zar-di-tutte-le-Russie e lo ha sostituito con la spietata 'dittatura del proletariato'. (Lettura consigliata: 'I dieci giorni che sconvolsero il mondo.' scritto da un infiammato giornalista occidentale.)E Putin, il presente Zar, è il punto di arrivo di un sommovimento politico tellurico che ha travolto la nomenklatura dei grigi burocrati del Politburo (Krusciov, Andropov e dintorni), passando per la caduta del muro di Berlino (monumento tragico della seconda guerra mondiale) e per quella di Gorbaciov, il sognatore che flirtò graziosamente con l'Occidente e con le sue sue pretese 'democrazie' – sirene dal canto bugiardo che lo ammaliarono fino a farlo finire nelle fauci di Eltsin.E siamo al presente della pretesa dittatura di Putin. Che definiremo un 'tornare a Bomba' – nel senso della guerra calda (per distinguerla dalla 'guerra fredda') sottolineando il conseguente rischio di una guerra combattuta con le armi termonucleari.Tutto ciò a causa dell'insensato dibattito che si è avviato in Occidente sulla difesa ad oltranza della 'patria ucraina', democrazia pretesa di forzoso conio atlantico e filo Nato, in realtà la nuova frontiera della cintura d'assedio di quella vetusta alleanza militare al preteso 'nemico russo'.Ora, dopo aver gridato tre volte al vento che 'Putin è un maledetto dittatore' (lo è) e averlo scritto sui socials e su tutti i giornaloni fedeli al Verbo occidentale e recitato nelle veline dei direttori dei telegiornali di comprovata fede governativa, considerate i toni e le sprezzature della rabbiosa campagna di stampa di ieri e di oggi che condanna a priori l'intero popolo russo per essere succube e prono al loro leader – eccezion fatta per quello zero virgola di dissidenti che hanno vandalizzato le urne elettorali (e saranno puniti per quel loro gesto vandalico) e fatto scoppiare una molotov davanti ad un seggio.Cose che sarebbero giustamente punite anche da noi (ma con i mitici 'domiciliari') - noi pretesi democratici da un tanto al chilo - ma per la stampa embedded ai filo Nato in occasione della rabbiosa 'campagna di Russia' sono eroi della democrazia ferita e offesa – in qualche modo appaiati a quella martire italica che andava martellando il cranio degli opposti di fede politica in giro per l'Europa, ma è stata catturata e imprigionata dagli Ungheresi - poco disposti ai pietismi di stampo italiano e del presente parlamento europeo.La democrazia ha modi diversi di interpretazione ed applicazione anche all'interno della pretensiosa Europa, come vedete, ma c'è chi si spinge a dire che anche Orban è un maledetto dittatore.Vabbè, ognuno ha i neuroni infiammati che si merita (e le conseguenti patologie del pensiero).Tutto ciò vi rammemoro per dire che è vero che le dittature sono governi ostici e di difficile comprensione e di nessun plauso da noi, pretensiosi e queruli giudici dei sistemi di s-governo degli altri, ma le pretese democrazie (oggi in devastante guerra fino ad oggi 'per procura'), alla luce delle cronache passate e recenti, non sono esattamente il 'migliore dei mondi possibili' di cui alla favola filosofica di Voltaire, bensì il 'meno peggio' dei possibili sistemi di s-governo che si sperimentano sul pianeta Terra.E anche tra le democrazie, vedi caso, abbiamo capi di governo in livorosa scadenza che, novelli Napoleone, auspicano una 'campagna di Russia' e pretendono di mandare le loro armate con le coccarde tricolori di là del Volga - incuranti delle conseguenze annunciate di esplosioni termonucleari.Non siamo messi meglio dei Russi, credete ammè.
Lost in translation.
Lost in translation. (La democrazia nel migliore dei mondi possibili.)Se ipotizzate un vostro viaggio in Russia (pare che qualcuno riesca a farlo, malgrado le severe sanzioni e la demonizzazione del 'nemico russo' degli isterici bellicisti Nato nostrani) è bene che consideriate le grandezze del paese che volete visitare.Non parlo delle grandezze letterarie dei molti suoi scrittori e poeti e dei suoi pittori valenti - che Ca' Foscari, a Venezia, ci ha 'mostrato' (mostre bellissime a cura dei professori e degli studenti della facoltà di lingue orientali) in anni recenti e meno disgraziati dei presenti: di stupida follia bellica ed esaltazioni fuori misura e fuori contesto di una pretesa 'patria ucraina' fitta di nazistoni Azov (vedi su Wikipedia la nascita infelicissima e controversa di quella nazione oggi in guerra per procura Nato).Parlo delle grandezze geografiche, invece, della vastità degli orizzonti della nazione russa – e dovrete, di conseguenza, predisporre un piano di viaggio accurato che vi porterà nella mitica Siberia (considerate la stagione per voi migliore, l'estate è quella che vi raccomando, data la latitudine).E spingetevi fino alla penisola Kamcatka, terra di frementi vulcani, e visitate le meravigliose isole Curili, anch'esse vulcaniche e soggette a frequenti terremoti a causa della subduzione della placca del pacifico che si inabissa sotto alla placca di Ochotsk nel profondo del mare-oceano (una fossa marina di oltre 9000 metri di profondità).E, se siete amanti degli orizzonti insulari, potete espandere il vostro itinerario di viaggio fino alle isole Commodoro e sarete prossimi alla mitica Alaska degli stra maledetti yankees insensatamente bellicisti e potrete, se del caso, visitare le Aleutine e proseguire il viaggio in direzione est e tornare a casa per la via atlantica.Un viaggio da post moderni Marco Polo – ma c'è da credere che difficilmente vi sarà concesso il visto, al valico delle Aleutine, a causa del presente scontro militare con la Russia fortemente voluto dagli Stranamore del Pentagono e dal loro capo in testa in pieno fervore/livore senile.Tutto questo vi richiamo e vi illustro per sottolineare che il governo di un paese di quelle proporzioni geografiche e dei popoli assai diversi che lo abitano è cosa assai complessa e da 'far tremar le vene ai polsi', come dice il Poeta - e un giudizio ponderato che volessimo dare di chi lo governa oggi non può prescindere da questo dato oggettivo e dalla storia politica straordinaria che ha fatto seguito alla caduta dello Zar-di-tutte-le-Russie e lo ha sostituito con la spietata 'dittatura del proletariato'. (Lettura consigliata: 'I dieci giorni che sconvolsero il mondo.' scritto da un infiammato giornalista occidentale.)E Putin, il presente Zar, è il punto di arrivo di un sommovimento politico tellurico che ha travolto la nomenklatura dei grigi burocrati del Politburo (Krusciov, Andropov e dintorni), passando per la caduta del muro di Berlino (monumento tragico della seconda guerra mondiale) e per quella di Gorbaciov, il sognatore che flirtò graziosamente con l'Occidente e con le sue sue pretese 'democrazie' – sirene dal canto bugiardo che lo ammaliarono fino a farlo finire nelle fauci di Eltsin.E siamo al presente della pretesa dittatura di Putin. Che definiremo un 'tornare a Bomba' – nel senso della guerra calda (per distinguerla dalla 'guerra fredda') sottolineando il conseguente rischio di una guerra combattuta con le armi termonucleari.Tutto ciò a causa dell'insensato dibattito che si è avviato in Occidente sulla difesa ad oltranza della 'patria ucraina', democrazia pretesa di forzoso conio atlantico e filo Nato, in realtà la nuova frontiera della cintura d'assedio di quella vetusta alleanza militare al preteso 'nemico russo'.Ora, dopo aver gridato tre volte al vento che 'Putin è un maledetto dittatore' (lo è) e averlo scritto sui socials e su tutti i giornaloni fedeli al Verbo occidentale e recitato nelle veline dei direttori dei telegiornali di comprovata fede governativa, considerate i toni e le sprezzature della rabbiosa campagna di stampa di ieri e di oggi che condanna a priori l'intero popolo russo per essere succube e prono al loro leader – eccezion fatta per quello zero virgola di dissidenti che hanno vandalizzato le urne elettorali (e saranno puniti per quel loro gesto vandalico) e fatto scoppiare una molotov davanti ad un seggio.Cose che sarebbero giustamente punite anche da noi (ma con i mitici 'domiciliari') - noi pretesi democratici da un tanto al chilo - ma per la stampa embedded ai filo Nato in occasione della rabbiosa 'campagna di Russia' sono eroi della democrazia ferita e offesa – in qualche modo appaiati a quella martire italica che andava martellando il cranio degli opposti di fede politica in giro per l'Europa, ma è stata catturata e imprigionata dagli Ungheresi - poco disposti ai pietismi di stampo italiano e del presente parlamento europeo.La democrazia ha modi diversi di interpretazione ed applicazione anche all'interno della pretensiosa Europa, come vedete, ma c'è chi si spinge a dire che anche Orban è un maledetto dittatore.Vabbè, ognuno ha i neuroni infiammati che si merita (e le conseguenti patologie del pensiero).Tutto ciò vi rammemoro per dire che è vero che le dittature sono governi ostici e di difficile comprensione e di nessun plauso da noi, pretensiosi e queruli giudici dei sistemi di s-governo degli altri, ma le pretese democrazie (oggi in devastante guerra fino ad oggi 'per procura'), alla luce delle cronache passate e recenti, non sono esattamente il 'migliore dei mondi possibili' di cui alla favola filosofica di Voltaire, bensì il 'meno peggio' dei possibili sistemi di s-governo che si sperimentano sul pianeta Terra.E anche tra le democrazie, vedi caso, abbiamo capi di governo in livorosa scadenza che, novelli Napoleone, auspicano una 'campagna di Russia' e pretendono di mandare le loro armate con le coccarde tricolori di là del Volga - incuranti delle conseguenze annunciate di esplosioni termonucleari.Non siamo messi meglio dei Russi, credete ammè.