Nebbie e dintorni

Apocalittici mai integrati.


Apocalittici mai integrati. - 02 luglio 2023Dovremmo riconsiderare la forza. Che la forza sia con noi - e con i nostri spiriti e con i valori in ombra dell'Occidente. Dovremmo fare come in Israele – che la forza, armata, la usa e ne ha massima cura, contro i maledetti terroristi palestinesi che, di quando in quando, alzano le loro teste di serpe e fanno gli attentati miserabili contro i civili inermi, ma vengono schiacciate sotto il tallone degli anfibi dei militari ben addestrati. La continuazione della politica con altri mezzi – fino al momento in cui (nel 3023?) subentrerà la ragionevolezza e l'amara constatazione nelle teste dei capi palestinesi che è stupido mandare figli e nipoti a morire nella perpetua mattanza – e un accordo di pace maturerà obtorto collo.E le enclaves europee nemiche fitte di islamo-radicali somigliano tanto ai campi profughi di Jenin – con la differenza che noi europei, ahinoi, non coltiviamo il culto della forza come fanno gli israeliani. Masada. Difendersi o perire.Non ci è bastata la maledetta 'rivolta delle banlieues' del 2005 che ci ha rivelato la guerra intestina e i 'territori (irrimediabilmente) perduti' di Europa. Non ci è bastata la mattanza di civili inermi del Bataclan e la strage dei tir a Nizza e quella del mercatino di Natale a Berlino - e tutto il seguito di attentati in franchising delle troppe serpi in seno che ospitiamo in Europa, terra di colonizzazione islamo-radicale e di rinnegati cittadini. E territorio franco per ogni futura scorreria terroristica e/o sommosse di soldati-bambini e incendi e distruzioni di negozi e scuole e municipi e agenti feriti nelle battaglie.Il mito della forza è importante, se usata 'comme-il-faut' come la si insegna nelle scuole di polizia. La forza ci difende, difende la vita dei cittadini tutti. La forza armata. Le forze dell'ordine.Un ruolo che nessuno si è mai sognato di mettere in discussione prima della aperta dichiarazione di guerra allo stato-ospite da parte dei rinnegati cittadini di seconda e terza e quarta generazione di immigrati.E, se c'è abuso o un errore di giudizio nell'azione repressiva ci sono i giudici e c'è la giustizia dei tribunali della Repubblica. Che non sono ciecamente schierati a favore dei 'bianchi razzisti', come pretendono gli imbecilli notori e gli imam che soffiano sul fuoco della rivolta.Al contrario, troppe sono le sentenze a favore degli immigrati che ricorrono contro i decreti di espulsione e trovano riparo e ricetto nelle tristi 'banlieues' delle ricorrenti rivolte dove la polizia non osa mettere piede.A radio3 ho ascoltato il giornalismo fazioso della sinistra-delle-cause-perse menare pregiudiziale scandalo per la cifra altissima delle donazioni pervenute al poliziotto arrestato – in carcere per aver sparato al 17nne magrebino fermato alla guida di una Mercedes con targa polacca (l'ultimo dei reati a lui, recidivo di una lunga lista, imputato).5 volte di più di quanto raggranellato dalla famiglia dell'ucciso e destinata in gran parte, suppongo, alle spese legali. Perché, anche in Francia, vale la mitica 'presunzione di innocenza' – violata e rinnegata apertis verbis dalle orde dei bambini-soldato nel corso della sommossa e della guerra civile.E il quadro, preoccupante, nella lotta di fazione che contrappone la ex 'douce France' delle felici frequentazioni turistiche alle 'banlieues' dell'odio degli immigrati male o mai integrati è proprio questo pregiudiziale denegare che possa esserci una giustizia super partes e che il processo che verrà saprà accertare le colpe e punire il colpevole. Nessun riconoscimento istituzionale viene, né verrà da chi non si è mai integrato.Non c'è riconoscimento di giustizia condiviso nei territori occupati, nelle enclaves di Europa ormai in mano nemica, bensì fazioni combattenti, pronte alla prossima guerra non appena pronunciata una sentenza a loro dire 'razzista' e xenofoba'.