Nebbie e dintorni

Vae victis. La Storia non fa sconti.


Forse esiste un'altra 'equazione di Gaddis'. Dobbiamo tenere insieme ( e darcene ragione ) il particolare caso pietoso con l'enormità del conflitto che quel caso ingloba. Francesca Mannocchi, nel suo reportage dalla Palestina in fiamme (la Stampa), ci dà conto dei casi dei bambini feriti dalle bombe e operati senza anestesia con forbici e coltelli da cucina per salvarli da morte certa e il suo racconto ci muove tutti a pietà perché un bambino è vittima incolpevole e persona fragile ed esente odio fino al momento in cui non gli viene inculcato ottusamente dal genitore o dai parenti conviventi. L'odio non dovrebbe mai valicare i confini di una generazione – quella che ha consumato la sua guerra. Oppure perché, come scrive Saba in sua nota poesia, 'il dolore è eterno / ha una voce e non cambia' e perfino il dolore finale di un nemico acerrimo può farci secernere una stilla di pietà e farci rinfoderare la spada.Ma l'equazione di Gaddis è impietosa e asettica, come tutte le equazioni. Descrive un fenomeno e lo imprigiona nella sua magistrale definizione matematica – e il caso pietoso (o la loro somma) devono coniugare insieme l'evento minuscolo del bambino ferito e mutilato e la spaventosa guerra che lo sovrasta e ne ha determinato la ferita grave o la morte.E che sia la guerra il problema è sotto gli occhi di ognuno - e ognuno e tutti devono darsene ragione, da un parte o dall'altra del conflitto, e il solo spazio di razionalità che ci resta è quello di stabilire se e quando la parte soccombente non debba, i suoi capi in testa, alzare bandiera bianca e gettare le armi in un mucchio e alzare le mani e chiedere, pietosamente, un 'tavolo di trattativa' per risolvere gli annosi problemi di una convivenza impossibile.Sapendo che i perdenti, a quel tavolo, dovranno prendere atto razionale della loro definitiva sconfitta e stabilire le nuove regole di convivenza che ne conseguono e stipulare i trattati.Vae victis. E' la lezione della Storia e non fa sconti. Mai.