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Ladri, libri e follie

Post n°823 pubblicato il 08 Aprile 2019 da fedechiara
 

 

 

 


La cosa che più stupisce, a leggere e ascoltare le narrazioni della Storia, è la quantità. 
Una quantità enorme di uomini e mezzi, una quantità di fabbriche in funzione per incrementare gli armamenti e/o sostituirli, una quantità di bombe che cadono dal cielo e di morti tra le macerie e di morti ammazzati nelle battaglie di terra, di cielo e di mare.

E una quantità di libri che si sono salvati (per nostra fortuna) dai roghi dei libri che amavano fare in piazza i nazifascisti per sancire la differenza fra loro e noi. E 'loro' erano gli odiati 'plutocrati' delle 'demoplutocrazie giudaiche' e 'noi' eravamo quelli della pura razza ariana – che, ideologia importata in Italia, paese di mille mescolanze e invasioni barbariche e di approdi multietnici fenici e cartaginesi e arabi ante litteram sulle nostre coste mediterranee, veniva da ridere, ma non si poteva fare – e toccava, invece, fare i 'sabati fascisti', i balilla e le 'giovani italiane', le 'adunate oceaniche' e gli 'eia, eia alalà!' risonanti fuori dagli amplificatori dell'Eiar che istupidivano gli italioti colle storie ridicole del novello Impero fascista e 'spezzeremo le reni alla Grecia'.

E' una storia dolce e un filo mielosa, quella che si racconta nel bel film 'La ladra di libri', ma serve a raccontare la Storia e a rinnovare la Memoria, quella che si perde nel transito delle generazioni – che se vai in una discoteca e chiedi a un po' di ragazzotti/e che cos'è l'Olocausto, capace che ti rispondano che è quel nuovo locale un po 'fusion' che hanno aperto al Prenestino.

E, ancora, è la quantità che torna a stupirci, seguendo il filo dell'io narrante del film che è la Morte. Che è innamorata degli uomini, dice nel finale, e della straordinaria commistione di malvagia follia e di inerme Bontà che riescono a esprimere nel corso delle loro vite.

200000 morti nel bombardamento di Dresda - e la storica Frauenkirche sbriciolata in milioni di pezzettini e la storica città, la Firenze sull'Elba totalmente distrutta. 15000 tonnellate di bombe caddero sopra Berlino nella battaglia aerea che, nel 1943, costò molte perdite alla Raf; e 9 milioni di obici erano ammassati intorno ai cannoni che bombardarono le difese tedesche nel corso della battaglia finale dell'Oder-Neisse che aprì i varchi per entrare a Berlino. 
E centinaia di migliaia furono i morti nel rush finale di ambe le parti in conflitto, e morirono ragazzini-soldato di 13/14 anni e nonni di sessanta e passa anni, arruolati da Hitler per disperazione e massacro finale del popolo tedesco totalmente immerso nella sua ultima follia bellica.

E l'ultima quantità che stupisce, nel film - che narra la Storia dimenticata e la gigantesca rimozione nelle coscienze tedesche della follia dei padri -, è la quantità dei sopravvissuti al massacro e la loro capacità di rinascere e tornare a crescere e diventare nazione-guida di quest'Europa nata da quelle macerie e da quei massacri.

E chissà se la Morte si farà di bel nuovo 'io narrante' in un film che si girerà fra cent'anni - e i protagonisti saranno i nostri nipoti immersi in una nuova e diversa follia che si scriverà nella Storia, perché 'il sonno della ragione genera mostri' e 'la madre degli imbecilli è sempre incinta', si dice.

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