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« I generali e le battaglieL'otto per mille prossi... »

Condottieri d'antan

Post n°826 pubblicato il 10 Aprile 2019 da fedechiara
 

Ascoltavo con attenzione, ieri sera, la ricostruzione degli eventi lontani di un condottiero grandissimo e 'Magno' che ha costruito un impero indo-mediterraneo con sbalorditive battaglie e morì nel corso dell'impresa di anni trentatre carico di gloria.
Una apologia della violenza bruta e dell'energia giovanile di quel condottiero e dei suoi valorosi e disciplinatissimi soldati che, se riportata alle sensibilità di oggi, avrebbe scatenato le ire dei pacifisti di ogni genere e grado all over the world e fatto decretare una crociata di tutti i paesi membri dell'Onu contro questo giovanissimo 'califfo' macedone e i suoi insani appetiti di eroe onnipotente.

La Storia ha le sue congruenze ed è a tutti chiaro che quel condottiero violentissimo ed energico quanto altri mai lo furono dopo di lui non poteva agire in quel modo se non in quel periodo storico e con l'aiuto generoso della dea Fortuna e degli altri dei di cui egli si diceva figlio ed Eroe designato.
Resta l'amarezza per tutti quei morti, da una parte e dall'altra degli schieramenti opposti in battaglia, e le domande astratte e insensate se Persepoli poteva essere risparmiata dal fuoco e se, - una volta accettato il gioco della ricostruzione fantasiosa della Storia – non avessero ragione i suoi comandanti e lo stesso Efestione nel consigliare ripetutamente Alessandro di moderare la sua insania di continue battaglie e voler andar sempre più oltre e cominciare ad amministrare, invece, con saggezza l'impero conquistato.

La Storia non è fatta di 'se' e di 'ma', verissimo, purtuttavia questo ostinato dire 'Magno' e pervicace osanna dell'Eroe glorioso in tempi di dominante ripudio di ogni guerra e violenza terroristica stupisce - e ci fa credere che il virus dell'odio e la sua traduzione in guerre di conquista e/o crudelissime sopraffazioni etniche e tribali e 'religiose' sia lontano dall'essere debellato e che qualche Faust redivivo, in qualche suo segreto laboratorio alchemico, lo coltivi ancora nelle maledette provette e ne faccia impunito commercio mediatico.

Mi sbaglierò, vorrei sbagliarmi. La domenica, si sa, è giornata di strane riflessioni sulla vita e la morte e certi miei affannosi sogni di stanotte hanno lasciato il segno, mannaggia.

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