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Guerre e resistenze

Post n°1173 pubblicato il 06 Marzo 2020 da fedechiara
 

La guerra contro il caos che ci ammala. Ora e sempre resistenza.

C'è un dato di assoluta novità che emerge dal marasma mediatico del corona virus, come un bianco iceberg in lento scioglimento sulla superficie del mare che lo conteneva. E' il concetto di 'caos governabile'. Non se ne parlava da decenni. Da decenni non trovava accoglimento nelle cronache quotidiane ammannite al popolo bue dalle redazioni dei giornali e dei telegiornali malate di lassismo buonista. 
Si può fare qualcosa, invece, e forse molto, oggi ci è chiaro. Importante è l'aver individuato il male e descritto i guasti che provoca e la sua mortalità relativa alla crescita esponenziale.
Possiamo provare a governare il maledetto caos indotto da quell'organismo parassita con misure di contenimento e comportamenti virtuosi e castighi domiciliari auto inflitti al fine di rallentarne l'espansione. Si può fare. 
Il mostro abnorme del caos degli eventi ingovernabili che tanto ci impaura e tanto sconquasso ha portato nelle nostre vite negli ultimi decenni di migrazioni incontrollate e grimaldelli di bontà indebite e male concepite e peggio applicate può essere fronteggiato e costretto dentro la trincea di difesa in attesa di un vaccino che lo sconfigga. In attesa del conformarsi e dispiegarsi di un pensiero ordinativo capace di contrastare il caos con provvedimenti radicali adeguati alla gravità della malattia che ci ha colpito.
Vale per il virus coronato e per il virus delle migrazioni illegali a cinque cifre che hanno scardinato i confini di Europa e la sua economia fragile - e ha dato consistenza di inquietanti cisti in crescita esponenziale a quelle enclaves fitte di genti nemiche che sono le periferie urbane delle maggiori città europee che hanno dato grembo e amnio ai terroristi islamici negli anni orribili della mattanza 2015/16.

E Putin ed Erdogan, firmando la tregua in Siria, hanno incluso il problema dei profughi nella clausola che prevede il loro rientro in patria, una volta consolidata la tregua e conformato una idea condivisa e con-vincente di pace futura. Rientro in patria di tutti coloro (fino a ieri usati come 'scudi umani') che premono caoticamente alle frontiere della Grecia e della Bulgaria a decine di migliaia e pretendono di scardinare i confini di Europa in nome di una confusa e caotica idea buonista di accoglienza misericordiosa e 'urbi et orbi'. 
Rientro di ognuno e tutti: afgani e pachistani e iracheni e 'bangla', furbescamente commisti nei campi ai profughi in qualità di 'migranti economici' non aventi diritto. Rientro nella patrie di provenienza e i confini di Europa finalmente sbarrati e invalicabili. 
Una nuova idea di Europa legalitaria e capace di difesa dei suoi ordinamenti e leggi è possibile.

Perché il ritorno a casa di quei miserabili e gli aiuti conseguenti e una diversa idea di migrazione programmata e rispettosa di leggi e regolamenti nazionali e continentali è la sola idea ordinativa capace di contrastare il gravissimo caos delle migrazioni lasciate a se stesse e regalate ai miserabili commerci di vite umane che ne conseguono. Scafisti e naufragi organizzati e le criminali 'lotterie del mare' devono scomparire dal vocabolario della nuova Europa in via di lenta guarigione.

Se qualcosa ci insegnerà il caos indotto dalla epidemia di 'corona virus' è questa idea di controllo, di argine ai contagi e alle morti tramite provvedimenti sanitari ad hoc – forse confusi, forse velleitari, forse abborracciati, ma che , come nelle trincee delle guerre che abbiamo combattuto, preparano il fuoco liberatorio delle artigliere e l'aviazione dei 'nostri' e la finale controffensiva di terra che ci consentirà di vincere la guerra contro la malattia e il suo replicarsi parassitico dentro le nostre cellule, troppo ospitali e indifese.

Resistere, resistere, resistere. E' motto antico, da usarsi convintamente e da soldati fedeli contro ogni maledetto manifestarsi e imperare del caos e delle malattie che ci affannano e ci ammalano.

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