Creato da fedechiara il 14/11/2014
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Le guerre di Piero (con opzione nucleare).

Post n°2017 pubblicato il 27 Marzo 2022 da fedechiara
 

I 'nervetti' del roast beef e i giochi di guerra. 27 marzo 2021

Chiusi in casa può accadere di pensare che ci manca l'esperienza del martirio, quale hanno conosciuto gli eroi di Stalingrado, dall'una e dall'altra parte del fronte.
Oggi si può dire senza patemi d'animo, oggi che gli storici raccontano, con dovizia di particolari e narrazioni di azioni 'eroiche', una epopea guerresca di gloria per entrambi i fronti di guerra che va al di là delle ragioni abbiette di Hitler di conquista dell'intera Europa e, in prospettiva, del mondo.
Abbiamo anche noi, la generazione dei boomers a cui tutto è andato bene fino agli inizi del 2020, una piccola parte di martirio, è ben vero, ed è questo biennio pandemico di infamia sanitaria ai domiciliari e l'osservazione angosciante dello sfacelo delle economie planetarie come fossimo in guerra. Ma, a differenza dei soldati sul fronte di Stalingrado, non ci mancano i rifornimenti alimentari e del metano casa per casa e in tivù ci dicono, da giorni, che sono arrivati i rinforzi dei vaccini e la riscossa economica sarà forte, una volta che l'avremo vinta sui virus.
Però, giunti al punto di ritenere vinta la guerra sanitaria, resta l'amara considerazione che abbiamo perso l'occasione di temprarci moralmente e di misurare i limiti della resistenza umana, come è accaduto ai soldati russi e tedeschi a Stalingrado e, forse, quegli scazzottamenti e gli accoltellamenti tra giovani auto convocati su internet di cui ci danno conto i giornali e le tivù sono il pallido surrogato di una necessità di ogni generazione nuova di misurarsi con azioni forti ed estreme.
Alle soglie del terzo millennio delle 'magnifiche sorti e progressive' in cui più non crediamo il ritorno delle ataviche iniziazioni dei guerrieri coincide con il 'ritorno del cretino' di scaramucce para guerresche nelle piazze delle città che finiscono con le denunce in questura.
La storia che si ripete in farsa.
Nel prossimo futuro, forse, si tornerà alla leva obbligatoria e ai campi militari in cui far svolgere i necessari giochi di guerra realistici e con in più l'ausilio della realtà virtuale - e i nostri giovani proveranno, per lunghi ed estenuanti mesi, che vuol dire la vita di trincea e l'affanno dell'inverno sulla corona delle Alpi innevate: il gelo e la mancanza di sonno e la fame e il deperimento organico, i pidocchi e le malattie conseguenti.
'Un fià de guera ve voria'. Diceva sconsolato mio padre quando lasciavo sul piatto i nervetti della bistecca di roast beef. Già.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante cibo

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Commenti al Post:
cassetta2
cassetta2 il 27/03/22 alle 10:37 via WEB
Si dovrebbe, almeno ogni giorno, ascoltare qualche canzone, leggere una bella poesia, vedere un bel quadro, e, se possibile, dire qualche parola ragionevole.
 
fedechiara
fedechiara il 27/03/22 alle 11:06 via WEB
Giusto. Io ci provo (giuro). Poesie, tanghi e canzoni. Qualche mostra, di quando in quando.
 
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