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Tempi e costumi.

Post n°2144 pubblicato il 02 Luglio 2022 da fedechiara
 

Tempi e costumi.
Se c'è una storia che ci rivela la trista coazione a ripetere della folta schiera dei guerrafondai filo Nato a favore di ogni cosa che odori di ucraino è la storia della zuppa diventata 'patrimonio dell'umanità' (sic). Che se fosse avvenuto prima della presente guerra, diciamo un decennio prima, avremmo potuto prendere in considerazione, curiosi, l'assaggio e sentirne il forte sapore (c'è dentro carne di porco, mi dicono, il che esclude una larga parte di 'umanità' dal ritenerla suo 'patrimonio') e discutere se il premio e la gratifica erano pertinenti e pienamente giustificati – considerato che molti altri primi piatti potevano farle concorrenza, che so, la zuppa d'orzo grigionese (dei Grigioni), calda e cremosa per i dopo sci, o i canederli agli spinaci con burro fuso, per dirne due, o la nostra carbonara con le bizzarre varianti in amatriciana e puttanesca; si nomini una giuria internazionale e si indica la gara dei gustibus.
Ma no. Ucraina dovunque, quantunque e sebbene e purchessia, ad onta di ogni senso del limite e del sensato. Aspettiamoci che uno speciale mestolo ucraino, rivisitato e con una sua speciale arcuazione funzionale, vinca il premio annuale del design o una qualche sedia del nonno (ucraino) quella della fiera mondiale dell'antiquariato, dopo che agli europei di canto abbiamo avuto dimostrazione di quella speciale predilezione dei media e dei giudici partigiani e di un pubblico addomesticato per ogni rimbalzo di ucraino e obbligato seguito sui tiggi delle dichiarazioni belliche di Zelensky - attor giovane di grande talento e abilità nell'allestimento dei 'sets' televisivi di guerra.
Il tutto mentre viviamo un tempo sospeso delle nostre vite in attesa degli annunci in televisione delle prime esplosioni termonucleari. Londra la prima, pare, si dice, a causa del suo bellicismo sfrenato e più realista del re Nato americano.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona, cibo e spazio al chiuso

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