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Serpi in seno, fatwe, integrazioni.

Post n°2193 pubblicato il 16 Agosto 2022 da fedechiara
 

Non pensate che il dirsi pubblicamente 'non colpevole' dell'assassino islamo-terrorista che a New York ha ferito gravemente Salman Rushdie sia una strategia processuale suggeritagli dal suo avvocato.
Perché, se lo fosse, considerato che l'assassino è stato fermato mentre affondava i colpi dai presenti alla conferenza - e gli si è impedito di completare il suo macello rituale sulla persona dello scrittore - verrebbe da ridere, e quell'avvocato delle cause perse relegato d'un subito tra i maneggioni che si aggrappano, come i ragni sugli specchi, ai più stupidi e triti marchingegni processuali.
Negare, negare sempre perfino oltre l'evidenza condivisa e malgrado l'essere stati arrestati in flagranza.
In realtà con quella dichiarazione di innocenza l'imbecille aspirante ai milioni promessi agli assassini dalla fatwa di Komeini (rinnovata da Kamenei nel 2019), si ritiene non colpevole per virtù religiosa di 'allah u akbar' - il grido rauco dei pretesi guerrieri islamo-terroristi da un tanto al chilo che aggrediscono vittime indifese e sparano sul mucchio, come al Bataclan, come a Nizza e a Berlino con il tir lanciato sulla folla.
Leggetevi i resoconti dei giornalisti presenti al processo dell'unico imputato per i misfatti del Bataclan e dintorni che, poi, discettiamo di gioiose accoglienza europee nelle tristi 'banlieues' parigine e belghe del 'disagio sociale' e di pretese integrazioni ed eventuali ius scholae di Letta, il nipote di suo zio.
E questi episodi di assassini seriali e 'natural born killers' di seconda generazione di immigrati, che, sommati insieme, riempirebbero un libro di trecento e più pagine – e scorrono, negli occhi della mente, le immagini televisive di maledette folle di islamisti radicali che bruciavano in piazza i suoi libri e ce lo mostravano impiccato in effige (e appiccato il fuoco ai magazzini dove erano stipate le copie dei 'Versetti satanici' e ferito a morte il traduttore) ci dicono che la sfida dell'accoglienza europea è persa in partenza e abbiamo 'accolto' migliaia di serpi in seno pronte a immolarsi sull'altare della crociata contro 'gli infedeli' dell'Occidente canaglia e nemico a prescindere.
'Questa è Africa!' gridava una folla di giovani di seconda generazione di immigrati a Peschiera sul Garda – con annesse molestie a giovanissime italiane sui treni del ritorno dalla 'gita etnica' dell'orgoglio africano.
Benvenuti in Europa e nell'America del gioioso 'melting pot' - tanto caro a Letta e varia compagnia elettorale del 'campo largo'.

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