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Le nostre vite così poco gentili.

Post n°2451 pubblicato il 19 Febbraio 2023 da fedechiara
 

Le nostre vite così poco gentili.

Vi confesso di essere disorientato. Ho visto un film che ha tutto l'aspetto di essere un film di straordinaria tessitura scenografica e registica, ma è ambientato su di un'isola con scarsi abitanti che soffrono di solitudine e i dialoghi che li confrontano sembrano essere quelli di una tragedia greca – con la morte, una vecchia Parca, a far da coro narrante che tesse la trama di vite irrisolte e le spezza a piacimento.
Potrei azzardare una estrema sintesi per meglio intenderla:
'Non mi vai più a genio, non mi rivolgere più la parola, ogni volta che ci proverai mi taglierò un dito.'
Che, detto così, non aiuta a capire, bensì ci avvicina cautamente alla straordinaria complessità di quelle vite solo apparentemente semplici di solitari mandriani e pescatori.
Né aiuta la frase seguente, delle poche che lo stralunato protagonista Padraic (Colin Farrel) riesce a strappare a Colm, il suo deuteragonista - musicista ispirato che impone il silenzio e la distanza fisica all'amico sempliciotto al fine di avere spazio per scrivere le canzoni e le melodie per le quali sarà ricordato post mortem e la sua vita vi troverà un senso e un traguardo.
'Che cosa resta delle nostre vite? Nessuno ci ricorderà per la gentilezza, bensì per le nostre opere e le musiche e le canzoni.'
Ma il mandriano Padraic lo contesta rabbiosamente e riafferma il primato della gentilezza e si fotta la fama degli uomini che furono grandi e lasciarono vasta impronta di sé (...più vasta orma stampar. A. Manzoni - 'Il 5 maggio').
Ecco, ora iniziamo a dare contorno e spessore ai personaggi e alla simbologia di cui si fanno portatori: il senso delle nostre vite oltre la morte e la gentilezza che abbiamo espresso in vita – e possiamo prendere fazione per l'una o per l'altra e sostenere i nostri campioni nella loro singolar tenzone.
'...se sia più nobile nella mente soffrire
i colpi di fionda e i dardi dell’oltraggiosa fortuna
o prendere le armi contro un mare di affanni
e, contrastandoli, porre loro fine?
Morire, dormire, nient’altro,
e con un sonno dire che poniamo fine
al dolore del cuore e ai mille tumulti naturali
di cui è erede la carne: è una conclusione
da desiderarsi devotamente. Morire, dormire.
Dormire, forse sognare. …'
Torna la tragedia, come vedete, Amleto e l'essere che si prefigura il non essere e il non agire. Filosofia pura, incarnata dal mandriano Padraic che pure 'prende l'armi' contro il suo privato 'mare di affanni' e li contrasta e vi pone drammatica fine con il bruciare che farà la casa dell'amico che lo ha respinto – e qui gli autori della sceneggiatura e i critici si provano a suggerirci che il film è metafora cruenta e singolare della maledetta guerra civile e religiosa che si combatte(va) nell'isola maggiore: quell'Irlanda irredenta che fa sentire gli scoppi delle bombe e gli spari nel sonoro del film e sospende la privata narrazione dei protagonisti e prefigura la maggiore dei 'fratelli-coltelli' che tante lapidi ha disseminato nei cimiteri irlandesi.
E a a me viene in mente quest'altra guerra che si combatte insensatamente: dei 'fratelli-coltelli' russi e ucraini che il maledetto Occidente-Nato ha artatamente diviso e contrapposto e che rischia di scivolare dai coltelli macellai alle bombe termonucleari che tutti incenerirà – e la Morte, come nel film di cui narro, sta seduta alta sulla sedia a osservare beffarda il vano nostro agitarsi e proclamare un senso improbabile alle nostre vite poco gentili.
('Gli spiriti dell'isola' di Martin Mac Donagh – Una valanga di premi. In questi giorni nelle sale.)

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Commenti al Post:
VIOLA_DIMARZO
VIOLA_DIMARZO il 19/02/23 alle 12:32 via WEB
Buongiorno, io l'ho visto in lingua originale, come propone il link, e l'ho trovato delizioso, uno di quei film che definisco "un gioiellino". E' pur vero che sono di parte perché quelle atmosfere rarefatte, se solo potessi viverle, mi restituirebbero dieci anni di vita, e che l'idea di rapportarmi a persone di poche parole, quali sono i nostri eroi, mi manda in brodo di giuggiole. Insomma, a me il film è piaciuto tanto, anche per quell'insistere sull'importanza della gentilezza come tu sottolinei nel post. Tuttavia, non credo sia un titolo destinato a mietere allori: troppo minimale per la nostra chiassosa e pacchiana contemporaneità.
 
fedechiara
fedechiara il 19/02/23 alle 12:53 via WEB
Buongiorno, Viola. Me encantan sus comentarios (e molti tuoi post). Affinità elettive?
 
VIOLA_DIMARZO
VIOLA_DIMARZO il 19/02/23 alle 13:14 via WEB
Non lo escluderei:)
 
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