Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
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Messaggi del 08/12/2023
Di leggende e dintorni. - 08 dicembre 2015 Quando prendiamo definitivo congedo dai genitori entriamo e ci stipiamo in quella vasta lounge planetaria dove si smaltisce - con una dolce e ragionata lentezza, per fortuna - la lista d'attesa del nostro stesso congedo corporale. Tocca a noi, ci diciamo - e le notti sono fitte di sogni tormentati e i pensieri molesti, nel dormiveglia, ci spaventano per i troppi misteri del nostro prossimo viaggio e le improbabili e oscure destinazioni, ammesso e non concesso che ve ne siano, - a parte le leggende religiose e le consolanti e/o spaventose figurazioni medioevali che hanno riempito le nostre deboli e condizionabili zucche di bambini fragili e spaventati di tutto. E' una lounge confortevole, in verità, con tutti i comforts che la nostra generazione ha saputo/voluto apprestare per i suoi anziani e vecchi: luoghi di cura e di socializzazione un po' venati di tristezza e rimpianti, ma chi è 'autosufficiente' riesce ancora a progettare viaggi e partecipare con un certo impegno e residua autorevolezza alla 'vita sociale' – e facebook aiuta, certo, pur se è da usarsi 'cum grano salis' e considerarlo un giocattolo un po' stupido e vanesio, quale effettivamente è per molti, troppi di noi. E pericoloso, se consideriamo l'uso distorto che ne fanno i troppi 'bulli' delle nostre scuole e le 'radicalizzazioni' para islamiche contorte e stupide che vi avvengono e, finalmente, vengono monitorate dalle 'intelligences' dei vari paesi sotto attacco terroristico E sarà per il fitto calendario funerario dell'ultimo mese appena scorso, durante il quale ho ficcato gli occhi in quelli spaventati dei morituri - e ne coglievo gli angoscianti interrogativi e le segrete paure - la dimensione dell'Ade, dell'Aldilà mi è diventata familiare e, di recente, ho recuperato quel dialogo sapido e pieno di sensatezza filosofica antica di Socrate con i suoi discepoli e l'ho comparato con tutte quelle promesse di Paradisi e Purgatori (gli Inferni no, non sono più di moda, al tempo di Francesco e del suo Giubileo della Misericordia che si celebra in pompa magna e con gran battage pubblicitario dei media servili e 'più realisti del re') che mostrano la corda delle nefaste e incorrotte narrazioni medievali. E mi è venuto da sorridere quando un radio-giornalista mi ha spiegato che il riferimento antico della 'porta santa' era ad un capro sacrificale – segno che la nostra e le altre religioni non si sono mai troppo distaccate dai tempi mitologici dei popoli pastori che le hanno partorite e riempite delle loro vetuste simbologie e riferimenti rituali e sacrificali, a partire da Isacco, salvato dall'Angelo. E, per i presenti celebranti e i loro plasmabili 'fedeli' dai percorsi mentali labirintici e fittamente nebbiosi, è una manna che la Scienza non abbia saputo produrre altrettanti accattivanti e chiari riferimenti simbolici sostitutivi di quelle leggende fruste e inadeguate a coniugare il presente – che si dibatte, infatti, nei conflitti indotti dallo scontro tra 'verità rivelate' (ebraiche, cattoliche e islamiche) da sempre contrapposte e ugualmente riferite alla pastorizia delle origini e ai belati dei caproni sacrificali. Perché, se la luce della Scienza e relativa Conoscenza, - in questi tormentati decenni di medioevi che ritornano e si scontrano nelle strade di Parigi e nei caffè danesi e musei tunisini e nelle redazioni della libera stampa e negli istituti per handicappati di san Bernardino - se quella luce avesse sfolgorato e prodotto le sue auguste e maestose simbologie di vera e piena Conoscenza non saremmo qui a piangere i nostri morti innocenti e farli benedire in quelle stesse chiese in cui si predicano le verità asfittiche e storicamente violente del nostro scontento (leggetevi la 'crociata contro gli Albigesi' o 'la notte di san Bartolomeo' e le altre guerre di religione su Wikipedia e ne avrete contezza). Luce, fate luce!' si dice che abbia esclamato il Poeta morente. Ce n'è un gran bisogno, in effetti. Non fosse altro che per illuminare il Buio dell'Ade e dirlo il confortante Nulla che ci ha partorito e a cui ritorneremo. Amen e così sia.
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Per Giulia e le altre (e per noi tutti). Il grande rito del commiato da Giulia Cecchetin – collettore di una indignazione montante ad ogni notizia di 'femminicidio' che si somma in quest'altr'anno di disgrazie massime – si è concluso e ci permette di osservare con il necessario disincanto tutto quanto gira intorno agli eventi drammatici del rapporto violento tra un uomo e una donna misteriosamente congiunti in un amore tossico e nocivo per entrambi. Funzionerà questa mobilitazione delle coscienze, questo peana di guerra contro i violenti di ogni risma maschile, riuscirà a ridurre al lumicino i delitti passionali e le brame di possesso esclusivo dei miserabili che compaiono in cronaca quali autori di efferatezze contro la compagna in fuga solitaria dalla loro ossessione? L'ennesimo episodio commesso a ridosso del funerale di Giulia ci dice che questa è una illusione, che la mattanza non finirà e conteremo altre vittime nell'anno entrante, ahinoi e che nessun controllo sociale, né la vigilanza delle questure in seguito alle denunce riuscirà a fermare le mani e le menti femminicide degli orchi in agguato. Le manifestazioni oceaniche servono a consolidare una vasta solidarietà, a mostrarla in video e in voce, ma una volta spente le luci delle videocamere si torna a bomba: il nemico è in casa – indifferente o più rabbioso che pria per il battage di denuncia che lo condanna quale criminale potenziale - o sta di sotto, malgrado il daspo ricevuto, e ti suona il campanello e chiede di entrare per un ultimo chiarimento e/o per chiederti scusa ancora una volta. E se tergiversi e acconsenti o non sei in grado di chiamare qualcuno o la polizia tarda ad intervenire la tua vita è in serio pericolo e Lachesi, la parca assassina, sta per chiudere le lame delle forbici sul tuo fragile filo e altre coltellate saranno inferte, altre mani si stringeranno sui nivei colli, altro acido sarà gettato sui bei visi delle mal maritate o male accompagnate. E, come è accaduto per i 'delitti d'onore' del nostro sud malato, solo il transito delle generazioni e la lenta evoluzione della società ridurrà al lumicino quelle morti e quei delitti e assisteremo ad altri funerali, sfileranno altre manifestazioni, si udranno altre commoventi omelie risonanti nelle silenziose navate delle chiese. 'Non cambiano, non cambiano.' piangeva in chiesa, davanti alla bara del marito, la vedova di un poliziotto ucciso in un agguato di mafia. Gli assassini non cambiano, bensì si struggono in carcere dopo il delitto in attesa di uno sconto di pena. CANICATTIWEB.COM Canicatti Web Notizie -Palma di Montechiaro, getta acido in faccia alla ex compagna |
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