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Messaggi del 02/02/2020

I Lumi e il Rinascimento prossimi venturi.

Post n°1137 pubblicato il 02 Febbraio 2020 da fedechiara
 

I Lumi e il Rinascimento prossimi venturi. Prima parte. 01 febbraio 2019

Non conosco Alessandro Baricco, se non per i suoi romanzi e saggi, e non so dire, perciò, se appartiene alla schiera dei buonisti sempre clamanti (gli ineffabili 'non pesci', come si definiscono) - indignatissimi per l'operare politico di Salvini sulle migrazioni e sui migranti dell'immigrazione clandestina che ognora si provano a vincere la lotteria del mare dei naufragi organizzati dagli scafisti assassini col corollario dei 'salvataggi' da parte della Sea Watch. 
Una o.n.g. sostenuta da misteriose offerte milionarie che ci provoca, pervicacemente, facendo rotta verso i porti italiani, - sfidando perfino le tempeste mediterranee e offrendo il destro ai giudici del comune sentire migratorio di imputare reati (di ardua dimostrazione in dibattimento) contro il nostro Capitano.

So, però, dalla lettura che faccio del suo bel libro 'The game' che Baricco appartiene alla schiera dei 'globalisti', convinti che il Novecento sia stato un secolo di miserie e dolore e guerre e che gli inventori di internet e del web sono gli scopritori e i colonizzatori del Nuovo Mondo Globale che si oppone e ci farà dimenticare il violento 'secolo breve' e riaprirà gli orizzonti delle 'magnifiche sorti e progressive'.

Scrive Baricco dei pionieri del web : ' (…) Era gente in fuga. (…) Stava evadendo da un secolo che è stato tra i più orribili nella storia degli umani (il 1600 non era da meno n.d.r.) e che non aveva risparmiato nessuno. (…) e, se uno avesse messo sotto al microscopio quella serie di disastri, avrebbe trovato una sostanza chimica dominante sulle altre: L'OSSESSIONE PER IL CONFINE, L'IDOLATRIA PER QUALSIASI LINEA DI DEMARCAZIONE, L'ISTINTO DI ORDINARE IL MONDO PER ZONE PROTETTE E NON COMUNICANTI.

Il maiuscolo è di Baricco e bene dice l'orrore dell'autore per quelle tre costanti del 'secolo breve'.
E prosegue: 'Che fosse il confine tra diversi stati-nazione, o quello tra una ideologia e un'altra, o quello tra una cultura alta o una bassa, se non addirittura quello tra una razza umana superiore e un'altra inferiore, tracciare una linea e renderla invalicabile rappresentò per almeno quattro generazioni una ossessione per la quale era sensato morire e uccidere. (…) Non si capisce molto della rivoluzione digitale se non si ricorda che i nonni di quelli che la iniziarono avevano combattuto una guerra in cui milioni di uomini erano morti per difendere la fissità di un confine o nel tentativo di spostarlo di qualche chilometro (…) l'isolamento cieco delle élites, l'immobilismo culturale dei popoli e il ristagno piombato avevano portato i loro padri a vivere in un mondo in cui si poteva fare Auschwitz senza che nessuno lo sapesse e sganciare una bomba atomica senza che la riflessione sulla opportunità di farlo riguardasse più di una manciata di persone.'

Una filippica, questa di Baricco, che gli serve per dirci che una civiltà nuova, simile a quella dei Lumi o del Rinascimento è alle porte e che nessun confine più potrà darsi nell'Oltremondo del web di cui tutti, o quasi, facciamo parte festante e condivisa ...

Parte prima - (segue nei giorni a venire)

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Il mondo salvato dagli ingegneri? (parte seconda)

...e va detto che, prima della filippica sui confini difesi ad oltranza e con la vita dai bisnonni nel corso del Novecento, il maledetto 'secolo breve', Alessandro Baricco, nel suo 'The Game', ci illustrava da par suo la rivoluzione digitale, - prendendola alla lontana e mettendo a confronto la 'postura uomo-spada-cavallo' con quella nostra degli ultimi decenni: 'uomo-schermo-tastiera', che tanto mal di schiena ci ha causato, a sentire gli osteopati. 
Ma si potevano citare altre posture intermedie, tipo: 'fante-trincea-moschetto' e 'pilota-seggiolinoeiettabile-bombardiere', per dire di una evoluzione analogica condannata dalla Storia digitale del terzo millennio.
E da quel confronto lontano scaturisce un panegirico e un osanna alla velocità e alla superficialità di tutti quei videogames dei ragazzini che siamo stati - che già facevano intuire lo sviluppo del personal computer in ogni casa e 'l'oltremondo' del web come un iceberg sommerso che ci offre tutto lo scibile della biblioteca di Alessandria privo della pallosità della mediazione saccente dei librai e dei professori, i sacerdoti della cultura 'analogica' oggi in pensione a causa degli ingegneri che hanno inventato internet e il web.

E Baricco ciurla nel manico da dio e riesce a farci credere che davvero viviamo nel millennio dei Lumi computerizzati - e un Rinascimento straordinario attende il genere umano senza più limiti e confini, purché si accetti e si consideri normale il pulsare appaiato dei due cuori e motori della realtà quotidiana: quella del caffè alla mattina e del nostro immergerci nel web subito dopo.
E speriamo che la Cassazione non si metta di traverso e la smetta di condannare tutti coloro che, non avendo tempo dopo la colazione, si immergono nel web dall'ufficio e visitano facebook compulsivamente e vengono licenziati dai datori di lavoro, mannaggia.

Ma, per tornare alla filippica sui confini del maledetto Novecento, resta il dubbio che qualcosa non sia ancora a posto nel motore e nel cuore dell'oltremondo del web, - che tossisce come un vecchio motore a scoppio d'antan e sbuffa fumo puzzolente quando si prendono in considerazione i 'radicalizzati sul web' islamisti radicali e rinnegati cittadini europei che nell'oltremondo di un futuro che più roseo non si può si passano le fatwe e gli obbiettivi da colpire e gli indirizzi dove trovare i kalashnikov con i quali stendono le vittime inermi dentro ai teatri e nei ristoranti e sulle strade delle principali città europee, così accoglienti e senza più i confini-Schengen che gli consentono di scappare di qua e di là degli stati-membri e di fare i danni che ci raccontano le cronache del nostro scontento europeo di vite blindate.

E sembra paradossale che quell'oltremondo del web che condanna il Novecento delle violenze e delle guerre oggi registri l'erezione dei nuovi muri e dei fili spinati all over the world, dall'Ungheria e la Macedonia fino agli Stati Uniti d'America, passando per i porti chiusi di Salvini e le o.n.g. messe in riga nei porti maltesi e indigeni perché la smettano di fungere da taxi e traghetti dei naufragi organizzati dagli scafisti assassini.

Ma, forse, c'è solo bisogno di una messa a punto, una aggiustatina da parte degli ingegneri informatici e le magnifiche sorti e progressive torneranno a mostrarsi sui nostri schermi quali confortanti 'salvaschermo' - e siamo avviati a un futuro di pace dove l'islam radicale sarà definitivamente sconfitto e riprenderemo le missioni Apollo e colonizzeremo l'universo con la nostra postura uomo-schermo-tastiera, chi vivrà vedrà. Trullalà.

L'immagine può contenere: schermo

L'Oltremondo e le Nebulose Oscure (Parte terza)

….che, poi, il pregio maggiore del libro di Baricco 'The Game' è quello di avere dato nome alle cose e sapere svolgere con grande abilità e professorale perizia la tesi dell'esistenza di un 'Oltremondo' virtuale che contiene il Tutto e sconfigge l'Infinito, tanto caro al Romanticismo.
Ma restano dei buchi neri nel suo svolgimento, relativi al fatto che quelle 'magnifiche sorti e progressive' della civiltà nuova e nuovo Rinascimento in cui viviamo (e non ce ne eravamo accorti, mannaggia! malgrado noi si scriva da tempo sui blog e si bazzichi i 'social forum') si scontrano con le evidenze regressive della materia oscura della politica che si fa 'sovranista' ed erige muri e respinge i migranti e i navigatori (quelli veri, dei barconi, anch'essi armati di smartphone) - e non è chiaro al professor Baricco come abbia potuto una creatura nuova della politica qual'è il M5S, nato da un Blog e da una Piattaforma eterea e nebulosa (secondo alcuni), legarsi in ardito e contraddittorio governo della nazione con una bestiaccia di vecchia politica 'novecentesca' qual'è la Lega: partito tradizionale legato al territorio e riconoscibile e classificabile per le categorie sociali di appartenenza degli imprenditori e della gente 'dei schei' che minacciava le secessioni e le 'indipendenze'.

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Se, una mattina d'inverno, un convalescente.

Post n°1136 pubblicato il 02 Febbraio 2020 da fedechiara
 

Se, una mattina d'inverno, un convalescente, di una 'normale' influenza (un tempo la dicevamo 'l'asiatica', tu vedi la sindrome cinese che impazza nel mondo globale) accende la tivù e si sente sommerso dai reports allarmatissimi dei giornalisti commisti agli 'esperti': medici e aggregati di 'protezione civile', intesi a dirci e ripetere: 'lavatevi molto le mani' e 'le mascherine sono inutili' e 'non discriminate i cinesi', un po' di ansia gliela mettono addosso a quel convalescente che, di conseguenza, sente aumentare i battiti del cuore e il respiro gli si fa affannoso e la domanda gli insorge spontanea negli spaventati pensieri: 'Ma non sarà mica coronavirus anche il morbo che mi ha costretto a letto fino a ieri?' 
E la finale consolazione, respirando profondamente: 'Ma se sono sopravvissuto mi sarò fatto gli anticorpi.' 
'A chi la tocca, la tocca.', come ripeteva Tonio, il rincretinito dal morbo a Renzo Tramaglino, vagante per le strade della pestilenza milanese alla ricerca dell'amata Lucia.

Ansia. Diffusori di ansia. Untori giornalistici? L'epidemia fa il suo lavoro sporco di spaventare e preoccupare e far 'correre ai ripari' – e l'impressione che ci viene dagli schermi che informano e insieme spaventano è che non sappiano 'che pesci pigliare' (i pesci sempre in cronaca, che grande exploit mediatico, di questi tempi! Sardine! Battete un colpo.), né loro, né i sedicenti 'esperti', che sgridano apertis verbis coloro che discriminano i cinesi rimasti intrappolati nel nostro paese, ma è reazione spontanea, personalmente cautelativa, del 'farsi più in là' e spostarsi altrove, dove il morbo ancora non si è espanso e non agisce mortifero, - e non possiamo farci niente e il 'razzismo' degli 'Al lupo! Al lupo! compulsivi è di nuovo in campo, ma c'entra come i cavoli a merenda.

E la storia di ogni epidemia è storia nota, notissima, descritta per filo e per segno in molti famosi romanzi e davvero non c'è rimedio che tenga ai comportamenti istintivi di massa sbagliati ma difficilmente correggibili – e, giunti alla fine della lectio magistralis giornalistica e della inutile tenzone con i nostri comportamenti di istintiva difesa, ecco la finale, irridente, raccomandazione de 'restate a casa', buona per ogni e qualsivoglia contagio presente, passato e i futuri.
Si vabbè. Ma se vado al supermercato e tocco una confezione già toccata da cento altre mani di sconosciuti sospetti, basterà lavarsi le mani più volte e mettersi i guanti per fare la differenziata con le confezioni usa e getta? E usare il bicarbonato aiuterà?
La parola agli esperti di reinews24, per evitare di incorrere nel reato universale di 'razzismo'.

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