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Messaggi del 29/11/2021

Melting pot laboriosi.

Post n°1849 pubblicato il 29 Novembre 2021 da fedechiara
 

 28 novembre 2014 
Contenuto condiviso con: Tutti
Conosco gente che afferma, senza batter ciglio, che 'melting pot è bello' - ed è vero che la Storia ci consegna le cronache di invasioni barbariche, occupazioni di eserciti e popoli e conseguenti mescolanze, a partire dai Sabini e i Romani del mitico 'ratto' - ed Einstein ha scritto 'razza umana' in un formulario di viaggio dove si richiedeva di meglio specificarla.
E tuttavia paghiamo prezzi spaventosi al melting pot e alle mescolanze che non si sciolgono in riconoscimenti di omogeneità culturali e identitari e di popolo e nazione in un ragionevole lasso di tempo.
Ed ho citato il caso dei 'fratelli slavi' della ex Jugoslavia che, dopo decenni di convivenza pacifica, si mutarono in erinni di popoli l'un contro l'altro armati e feroci come mai avremmo immaginato e il più recente caso dei 'neri americani' che, tutt'ora memori dello spaventoso torto storico della schiavitù ante guerra civile, scendono in piazza come un esercito di barbari e saccheggiano negozi e bruciano automobili fino all'intervento (sempre tardivo) dell'esercito e negano legittimità alle corti di giustizia che mandano assolti i poliziotti e non tengono in nessun conto i saggi consigli di Obama, (un loro confratello alla Casa Bianca!), di smettere la violenza e i saccheggi e accettare di sottomettersi alla Legge che tutto dovrebbe sovra ordinare e ottenere sottomissione e rispetto.
E si dà il caso di immigrati 'nazionalizzati' e con cittadinanza americana, canadese o europea, che rispondono all'appello folle e al richiamo atavico dei popoli del deserto di osservanza mussulmana e 'coranica' e si arruolano sotto le bandiere nere del Califfato che vuole sottomettere l'Occidente e la sua civiltà e consumare vendette storiche in Europa perché memori tuttora delle brucianti sconfitte subite a Lepanto e alle porte di Vienna. La Storia che non si cancella e che va col passo del gambero.
Ma quei tali di cui all'incipit continuano a non battere ciglio e, impavidi, difendono e si battono per mescolanze davvero poco mescolate e si dicono a favore di immigrazioni selvagge e non governate, ad onta dei fatti di cronache che ci narrano di quartieri degradati e in rivolta e carceri che scoppiano anche per l'apporto di un 43 per cento di gente che non è stata 'accolta' e integrata, bensì lasciata a se stessa.

 
 
 

Scope e barattoli. La vitalità dell'Arte.

Post n°1848 pubblicato il 29 Novembre 2021 da fedechiara
 

Di scope e barattoli. La vitalità dell'Arte.
E che nessuno si azzardi a pensare che quello spazzolone e quel barattolo di cera sia stato dimenticato dalla signora delle pulizie che al mattino passa a ripulire gli spazi antistanti le installazioni (e chissà che istruzioni lasciano gli artisti per la pulizia quotidiana dei loro manufatti agli uffici competenti della Biennale). Ma potrebbe anche essere una dimenticanza, per la verità; e se dimenticanza è stata in cotali luoghi artistici e teche avite subito assume forma di Opera d'Arte viva (o forse post moderna 'natura morta' chissà) e la signora in questione l'ha fatto apposta di lasciarla lì a quel modo e nutre segrete aspirazioni artistiche anch'essa da decenni e fra qualche anno la vedremo esporre al padiglione Italia tutta una serie di scope e barattoli monumentalmente e genialmente ammonticchiati fino a toccare il soffitto - e la didascalia ci informerà che l'Artista ha sublimato nell'opera i ricordi delle troppe scope e cere che hanno riempito la sua vita e l'hanno umiliata fino all'incontro fatale con il Curatore dei curatori ed ecco la sua consacrazione e finale elevazione – con la gigantografia dell'autrice posta sulla sommità in veste di Assunta munita della relativa aureola sacrale. Tu vedi che storie strambe biennalesche si dipanano da una scopa e un barattolo dimenticato al mattino.
Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 
 
 

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